Benjamine Clementine Live @ Luglio Suona Bene

Foto: Francesco Tromba










Benjamine Clementine Live @ Luglio Suona Bene

Roma, Auditorium Parco della Musica – 25.7.2017

Il concerto sta per iniziare, sono passate le ventuno da quasi dieci minuti quando le luci della Cavea si spengono e sul palco salgono Benjamin Clementine e la sua band. Ma da bravi italiani ci facciamo riconoscere, una buona parte del pubblico ancora non ha preso posto e l’artista inglese attende in silenzio per quasi cinque minuti che gli spettatori trovino la propria collocazione. Benjamin Clementine ha grande rispetto per il suo pubblico anche se la cosa non è proprio reciproca visto che, anche dopo l’inizio del concerto, c’è tanta gente che continua a muoversi e spostarsi per tutta la Cavea.


Clementine parte forte con un brano da titolo By the Ports of Europe, che farà parte del nuovo disco I Tell a Fly e dovrebbe uscire il 15 settembre. Scopriamo subito che la band e il coro sono fantastici, soprattutto perché dietro ci sono delle idee musicali originali e ben pensate. Cinque coriste, vestite con una tuta da meccanico bianca, gli altri membri della band, un bassista, un batterista e una tastierista che suona anche la spinetta e il violoncello, vestiti con la tuta da meccanico blu.


Benjamin Clementine è vestito anche lui con una tuta da meccanico blu, ma sulle spalle ha una specie di piccolo mantello da Re in finto ermellino. Un principe che si sporca le mani, perché la regalità della musica e dell’impianto sonoro messo su dall’artista inglese è sbalorditiva ma è una regalità che ha voglia di sporcarsi le mani con il pop, il gospel e tanti altri suoni antichi e moderni, classici e contemporanei, arrivando ad una sintesi del tutto personale e riconoscibile. La voce di Clementine è importante, è il flusso continuo grazie al quale tutto prende una direzione, costruendo un proprio stile.


Ciò che sorprende rispetto ai dischi è che Clementine ha una capacità incredibile di interagire con il pubblico, lo conduce per allargare il coro, ci scherza prendendolo in giro con ironia, lo applaude e si sorprende quando riesce ad essere parte integrante del suono.


Quando parte London, il brano più famoso del repertorio, il cantante inglese vuole che il pubblico contribuisca con un coro di due versi, peccato che nessuno capisca e conosca le parole. Allora Benjamin ferma tutto e chiede l’aiuto di un traduttore dal pubblico. Per fortuna a salvare la patria e l’onore di noi italiani tra il pubblico c’è un grande divulgatore musicale che si intitola Carlo Massarini che traduce, canta e ci aiuta a capire le parole da cantare in coro. Dopo vari tentativi il risultato c’è, siamo riusciti a cantare un coro di cui probabilmente ancora in pochi capiamo realmente le parole, ma non importa perché la musica è il linguaggio universale per eccellenza.


La scaletta non è lunghissima ma è intensa, ci sono i classici Condolence, la stupenda Adios, Nemesis ma anche le nuove Phantom of Aleppoville, God Save the Jungle. La sequenza del set è molto equilibrata e non permette di distrarsi, le emozioni sono sempre in agguato.


Dopo la prima canzone del bis si percepisce nell’aria qualcosa di particolare, in precedenza Clementine aveva nominato alcuni cantautori italiani che conosce: Adriano Celentano, Lucio Battisti, Francesco Guccini ma il primo nome è quello di Lucio Dalla. In quel momento di pausa tra un brano e un altro mentre il pubblico applaude mi viene da pensare a voce alta, in realtà senza molta convinzione, è più un fatto di intuito: «Ora fa Lucio Dalla…» E, quattro secondi dopo, inizia a suonare e cantare Caruso, dura un minuto scarso ma è un regalo grandissimo che il pubblico apprezza molto.


É il concerto più bello e intenso di questa stagione per chi scrive: originalità nel suono, nel modo di cantare, bellezza dei testi, una band fortissima e una vera connessione con il pubblico, cercata e ricercata fin dall’inizio del concerto. Non lasciatevi scappare il prossimo concerto dal vivo di questo artista meraviglioso, fatevi questo regalo.




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