Il Derby Club di Milano tra musica jazz e cabaret

Foto: Egidio Denova










Il Derby Club di Milano tra musica jazz e cabaret

Milano. Sala Barozzi – 15.10.2017

Un appuntamento speciale dedicato al Derby Club e alle canzoni di Enzo Jannacci e de I Gufi alla quale hanno partecipato Enrico Intra, fondatore del Derby Club nel 1962, Roberto Brivio, Grazia Maria Raimondi, Paolo Rossi, Lucia Vasini e, per la parte musicale, il gruppo folk I Bauli del Suono, il quintetto vocale swing Alti & Bassi, la cantante jazz Bianca Balestra e il duo formato dal pianista Giuseppe Blanco e dal contrabbassista Antonio Bove al contrabbasso, entrambi studenti dei Civici Corsi di Jazz di Milano. Rodolfo Masto, presidente della sezione milanese dell’Unione Italiana Ciechi ed Ipovedenti, ha aperto il pomeriggio passandomi poi il testimone per introdurre il racconto dello spettacolo.


In realtà, il 15 ottobre scorso a Milano ci sono stati due derby: oltre duecento presenti in Sala Barozzi, qualcuno purtroppo è rimasto in piedi, per un Derby che ha lasciato tutti contenti e con il sorriso sulle labbra, con un buon successo di pubblico e di critica, mentre quello calcistico che si è tenuto di sera ha lasciato qualcuno scontento e triste… così va la vita!


Enrico Intra, che oggi tutti conoscono come pianista, compositore, didatta e direttore d’orchestra, è stato il fondatore del Derby Club di Via Monte Rosa nel lontano 1962: una avventura avviata insieme al ristoratore Gianni Bongiovanni. La sua proposta era unire la musica jazz allo spettacolo del cabaret: una formula nuova per quei tempi. Il giovane Diego Abatantuono fu uno dei primi attori ad esibirsi in questo locale. L’attore era il figlio della guardarobiera e dalle assi di quel palco iniziò il suo successo popolare. Ma dal Derby. come si sa sono passati davvero tutti: Cochi e Renato, Teo Teocoli, Massimo Boldi, Giorgio Faletti, Enrico Beruschi, Paolo villaggio e tantissimi altri nomi della comicità italiana. Per quanto riguarda la musica il maestro Intra ingaggiò il giovane cantante e pianista Enzo Jannacci che veniva dal successo del Teatro Gerolamo con lo spettacolo Milanin Milanon che vedeva tra gli altri protagonisti la cantante Milly e l’attore Tino Carraro per la regia di Giorgio Strehler. Jannacci era noto anche perché durante le sue esibizioni faceva il cosiddetto “urlo del coyote”. Negli anni cinquanta aveva iniziato la sua carriera come pianista jazz, tanto che la rivista Musica Jazz lo segnalo come uno dei talenti emergenti: in seguito passò al rock’n’roll, militando nel gruppo di Ricky Gianco che vedeva al sax Luigi Tenco, e infine alla canzone d’autore.


Il gruppo de I Gufi faceva una canzone popolare molto irriverente e dissacrante nei testi e nella musica. I quattro componenti venivano da storie diverse e proponevano personaggi molto caratterizzati. Nanni Svampa, detto anche il Cantastorie, veniva dalle osterie milanesi; Roberto Brivio era detto il Cantamacabro perchè era famoso per canzoni di argomento “cimiteriale”; Gianni Magni, il Cantamimo, scomparso ormai da molti anni; il jazzista Lino Patruno era detto il Cantamusico. Patruno aveva militato, in precedenza, nella Riverside Jazz Band: quando terminò l’esperienza de I Gufi, riprese a suonare la chitarra e il banjo dedicandosi al jazz e, in particolare, dixieland.


Lo spettacolo è stato aperto da Roberto Brivio e sua moglie Grazia Maria Raimondi con il ricordo di Nanni Svampa, scomparso qualche mese fa, e con la canzone Porta Romana. Dopo di che è salito sul palco il gruppo de I Bauli del Suono che ha reso omaggio a Jannacci con una versione struggente di Mendrìis e interpretando poi classici come Ma mì, scritta da Giorgio Strehler e musicata da Fiorenzo Carpi, e El me gatt di Ivan Della Mea in una esibizione breve ma molto applaudita. La cantante jazz Bianca Balestra e il duo formato pianista Giuseppe Blanco e dal contrabbassista Antonio Bove hanno animato un breve set jazzistico: trai brani eseguiti, è risultato molto ben centrato l’arrangiamento veloce di A foggy day. Tre giovani e promettenti studenti provenienti dai Corsi civici di Jazz diretti dal Maestro Intra.


In qualità di organizzatore della serata, ho invitato il Mastro Intra sul palco e gli ho ricordato che era il suo turno di portare sul palco la sua “versione dei fatti” relativa al Derby. Al pianoforte, ha regalato una versione delicata, quasi in forma di ballad, di El purtava i scarp del tennis. Al temine della canzone, Intra ha chiamato Lucia Vasini, attrice del Piccolo Teatro e animatrice del locale negli anni ottanta, che ha sostituito all’ultimo momento nel cast della nostra rievocazione, Velia Mantegazza, la regista del Derby Club e poi di programmi televisivi andati in onda sui canali Rai.


La musica jazz è sempre stata una delle anime presenti nella avventura del Derby. Rileggendo la storia del locale nell’intervento che ho fatto dal palco, ho ricordato Enzo Jannacci, Lino Patruno e, ovviamente, Enrico Intra che suonava con il suo trio prima delle esibizioni. Dopo di che è stata la volta del quintetto vocale Alti & Bassi con una loro versione dixieland e gioiosa di Faceva il palo e poi la celeberrima Shampoo di Giorgio Gaber e, infine, Però le voleva bene del Quartetto Cetra.


Paolo Rossi è arrivato, accolto da un applauso travolgente del pubblico, nonostante l’infortunio alla spalla che aveva fattto temere per la sua presenza. Un momento divertenti con gli aneddoti legati alla sua attività teatrale con Jannacci e, in particolare, quando hanno recitato in Aspettando Godot di Samuel Beckett per la regia di Gaber insieme a Felice Andreasi: un ritratto di Jannacci tenero e affettuoso con tutti gli attori e, soprattutto, con Giorgio Gaber. L’attore ha poi chiuso il suo set con alcuni sketch del suo repertorio cabarettistico.


Erika Monteneri, Presidente del Circolo Culturale UIC Paolo Bentivoglio, ha chiuso l’evento con un breve discorso al termine del quale ha consegnato un gadget agli artisti partecipanti: un portachiavi a ferro di cavallo, simile a quello che consegnava Enrico Intra ai suoi ospiti ai tempi del Derby Club.



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