Black Sheep Power Desco Music: la discografia “sostenibile” secondo Francesco D’Errico

Foto: dal sito web dell’artista: http://www.francescoderrico.it










Black Sheep Power Desco Music: la discografia “sostenibile” secondo Francesco D’Errico




Abbiamo incontrato Francesco D’Errico, pianista colto e raffinato, esponente di spicco della scuola di jazz napoletana e musicista di livello europeo, per farci raccontare del suo progetto discografico intitolato Black Sheep Power Desco Music e del suo ultimo e fascinoso disco Astigmatic Music.




Jazz Convention: Francesco D’Errico, tu sei pianista, compositore, docente e, adesso, anche produttore discografico…


Francesco D’Errico: Sì in verità, il piacere di riuscire a produrre in proprio, e non solo la mia musica, è una cosa alla quale pensavo da tempo. Fondare edizioni musicali contestualmente a una piccola etichetta molto curata, nell’intento di promuovere qualità, creatività senza che questo pesi economicamente sugli artisti. L’idea potrebbe riassumersi nella parola “sostenibile”. Si, produzioni sostenibili.



JC: Perché un musicista, a un certo punto, decide di mettere in piedi una casa discografica? E, in particolare, a Napoli.


FDE: C’è sostanzialmente una ragione. Ed è di natura squisitamente pratica. Molte etichette in Italia caricano l’artista praticamente di tutte le spese, in una sorta di imprenditoria parassitaria. L’artista sempre più spesso paga la sala di registrazione, i musicisti, i missaggi e la masterizzazione ed è solitamente tenuto a comprare dall’editore un certo numero di copie del proprio CD. In altre parole, a conti fatti, ha più senso prodursi in proprio i CD, anche perché di solito le etichette non fanno molto né per la distribuzione e né per la promozione. Capisco perfettamente le difficoltà che, specie oggi, un’etichetta può incontrare – il mercato del disco è molto in sofferenza, la distribuzione sul territorio nazionale è sempre più difficile, la fruizione della musica si è spostata per gran parte sulle piattaforme digitali – ma non ritengo giusto che tutto questo debba pesare quasi esclusivamente sull’artista. Ecco perché ho deciso di mettermi in gioco personalmente. Non che la Black Sheep Power Desco Music abbia una grande capacità promozionale per il momento, ma almeno è un inizio. Tutto questo parte da Napoli semplicemente perché in questo momento è il territorio a me più familiare, dove ho vissuto fino ad ora, ma questo progetto non lo intendo legato ad un luogo geografico preciso.



JC: Hai chiamato la tua label Black Sheep Power Desco Music. Perché questo nome?


FDE: Mi sembrava un nome che racchiude in se una certa dose di ironia, il desiderio di distinguersi con leggerezza ed anche un buffo principio di ribellione. La pecora nera, the BlackSheepPower, richiama anche alla memoria certi movimenti americani impegnati nella rivendicazione di libertà e diritti. Ovviamente quei movimenti non avevano nulla a che fare con le pecore.



JC: Il packaging è curatissimo con illustrazioni e fotografie di pregio.


FDE: Mi fa molto piacere che tu sottolinei questo aspetto. Per queste produzioni non sono state previste, come puoi notare, note di copertina. Infatti la musica contenuta in ciascun CD viene raccontata non attraverso un testo ma da opere visive scelte proprio per quel contenuto musicale. Per qualche CD le opere sono state realizzate specificamente per quel prodotto. Ogni artista visivo coinvolto, ha contribuito espressamente a veicolare un particolare contenuto musicale. Ed è stato quindi necessario curare nel dettaglio la riproduzione e la grafica di tali opere. Inoltre in ogni CD si trova un grafico che indica in percentuale i livelli di musica scritta o improvvisata e quanto ciascun progetto musicale è immediatamente godibile o da conquistare (ritengo questi essere i soli due parametri veramente utili ad orientarsi in qualsiasi tipo di musica). Dunque, ancora qualcosa di immediatamente visivo e non affidato alla parola scritta. Naturalmente per ciascun CD sono però indicati titoli e crediti artistici



JC: Hai scelto di stampare i tuoi dischi a tiratura limitata.


FDE: Per ciascuna produzione sono state stampate duecento copie, tutte numerate. Non sono previste ristampe. Questa al momento è la linea dell’etichetta. Ogni CD, proprio perché la tiratura è limitata, ha un suo specifico valore. Inoltre questo permette un piano di distribuzione assolutamente più flessibile e innovativo. Non è nell’interesse dell’etichetta inseguire grandi numeri, sia per ciò che riguarda il catalogo, sia per ciò che riguarda il solo utile economico. Il progetto editoriale è sempre inteso alla luce della sostenibilità sia etica che artistica.



JC: Hai un piano di promozione per i tuoi prodotti discografici?


FDE: Per il momento abbiamo due punti vendita uno a Napoli, Fonoteca, ed uno a Roma, Blutopia. Due realtà ancora attente alla qualità artigianale e all’intento creativo. Prossimamente prevediamo un punto vendita anche a Milano e la possibilità di diffondere i file musicali su piattaforme digitali. Per questo sarà però necessario risolvere il problema della diffusione del packaging che come ho detto, riteniamo essere parte integrante dei CD. Così come per la grafica, curata da Studiozeta, mi sono impegnato a scegliere uno studio per le registrazioni, e parlo della sala di registrazione The Goodfather, che potesse garantire alta qualità delle riprese audio, nel rispetto di ciascun progetto musicale. La Black Sheep Power Desco Music non intende imporre uno specifico sound, infatti è necessario, a mio avviso, che ci sia una qualità di ascolto tale, da riflettere le idee artistiche e musicali alla base di ciascuna produzione. Mi impegno molto nella cura delle scelte artistiche, e spero di riuscirci. Ritengo necessario ed interessante dare spazio ad artisti creativi ed insieme in possesso di alte abilità artigianali. La Black Shepp Power Desco Music, inoltre, se non in casi eccezionali, non pubblica master già realizzati. L’intento è quello di concordare con gli artisti stessi il processo produttivo. Questo certamente nel rispetto della creatività di ciascuno di loro, ma anche provando ad essere da stimolo esterno per esplorazioni inconsuete, magari per stanare idee fertili nascoste nelle pieghe stesse di ciascun progetto musicale da realizzare.



JC: Al momento hai prodotto quattro lavori, tra cui c’è anche uno tuo in piano solo raffinato e intenso intitolato Astigmatic Music. Ce ne puoi parlare?


FDE: In verità questo CD non era previsto. Ho registrato di fila una serie di brani destinati ad un concerto per piano solo che dovevo tenere di lì a poco. La sala era predisposta per la registrazione di un altro lavoro che si è riusciti a terminare prima del previsto, così ho utilizzato il tempo in esubero per realizzare una sorta di promemoria personale. Della musica registrata ho scelto solo brani già contenuti in miei dischi precedenti, realizzati con formazioni diverse. Dunque il materiale che ne è scaturito, è come una raccolta di “meditazioni al pianoforte” composta da brani che in origine avevano una diversa articolazione. Inoltre, in un certo senso, sono tutte composizioni che tratteggiano il percorso musicale da me vissuto fino quel momento



JC: Hai già in cantiere nuove uscite?


FDE: Certamente prevedo due nuove uscite per il 2018. Ma per il momento non avendo fatto ancora una scelta definitiva, preferirei non parlarne, sarebbe prematuro.




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