Pnl Records – 038 – 2017
Julie Kjær: sax alto, flauto
Klaus Ellerhusen Holm: clarinetto, sax alto, sax baritono
Kristoffer Berre Alberts: sax alto, sax tenore
Thomas Johansson: tromba
Mats Äleklint: trombone
Per Åke Holmlander: tuba
Ketil Gutvik: chitarra elettrica
Tommi Keränen: elettroniche
Jon Rune Strøm: basso elettrico, contrabbasso
Christian Meaas Svendsen: basso elettrico, contrabbasso
Andreas Wildhagen: batteria, percussioni
Paal Nilssen-Love: batteria, percussioni, composizioni
Christian Brynildsen Obermayer: live sound
Non certo un Carneade del panorama nu-jazz, al batterista-animatore Paal Nilssen-Love è quantomeno da attestare la vitalità partecipativa entro progetti di profilo alquanto oltranzista, strutturata in una successione di collaborazioni nelle orbite di indocili cavalli di razza tra cui Ken Wandermark o Mats Gustafsson, nella cultura dell’anti-disciplina che appare impressa anche al focoso ensemble qui riunito e con cui non sembra essersi prefissato o ancor meno imposto confini formali apprezzabili.
A seguire il colorito Ana, arena di libero scambio con talenti d’area brasiliana che ulteriormente espandeva gamme cromatiche e modi rappresentativi, il più recente incontro discografico della giovane big-band (che si è anche concessa il vezzo antologico di Selected Tracks), è veemente sbandieramento di libertà che apre nell’eponimo affresco introduttivo, autentico tour de force dall’estensione ponderosa ma non certo nuova nelle collettive esternazioni; la seconda metà dell’album procede lungo tre passaggi di differente carattere quali la cospirativa e torbida Springsummer, la beffarda e danzante Playgo e la disorganica Happy Slappy. Potremmo dire dei circa trenta minuti dell’introduttiva Fluku come con più completezza liberi il potenziale orchestrale e solistico di quest’assemblea di veementi voci discordi: si rilevano alcuni momenti di stanca creativa (come però non ci si attenderebbe da materiale registrato), ma è di buona tenuta spettacolare il concorso e l’avvicendamento delle voci, in primis fiati e chitarra elettrica, oltre alla prestazione instancabile della cangiante batteria del leader, a tratti in raddoppio, oltre al fitto ruolo connettivo assolto dalle elettroniche.
Non mancano connessioni con una congerie di analoghi e modelli, non senza probabili riferimenti (per cui s’è fatto un ampio arco di nomi, Coleman in testa), l’area formale è avvicinabile a formazioni quali un Peter Brötzmann Tentet, quantunque l’apparentamento più immediato ricada con il turbolento collettivo Fire! capitanato da Mats Gustafsson, ma palesemente l’ensemble patisce il confronto con le storiche analoghe formazioni nord-europee, e rilevando pressoché naturalmente come il versante discografico non funga da medium più adeguato nella resa esperienziale di tale formula spettacolare (qui probabilmente non toccante il suo acme espressivo), non risulterà vano per i cultori avvicinare le movimentate stanze di quest’esperienza, non esente da corrosivo humour e all’insegna di catartica sintesi di istinto e immediatezza espressiva.
Link di riferimento:
paalnilssen-love.com
pnlrecords.bandcamp.com/album/fluku