Paolo Ghetti – Profumo d’Africa

Paolo Ghetti - Profumo d'Africa

Caligola Records – Caligola 2109 – 2009




Paolo Ghetti: contrabbasso

Alessandro Di Puccio: vibrafono

Roberto Rossi: trombone

Alessandro Fabbri: batteria

Marco Tamburini: tromba







Paolo Ghetti sceglie una formazione particolare per Profumo d’Africa: suoni gravi e rotondi, le armonie affidate vibrafono, una forte connotazione ritmica della musica. Al quartetto formato da Roberto Rossi, Alessandro Di Puccio e Alessandro Fabbri si aggiunge per due brani il trombettista Marco Tamburini.


Un percorso movimentato, sempre frizzante, ben calibrato sulle potenzialità di strumenti e musicisti. Profumo d’Africa è un disco basato sul ritmo e sul groove: sia nella scrittura, sia nell’adattamento dei tre brani non originali, sia nella gestione della formazione che nello sviluppo delle improvvisazioni, Ghetti propone i brani con attitudine incalzante, una spinta continua sull’intensità del ritmo. Ovviamente ci sono anche delle ballad, come Lalù e Bejaflor, dove il suono caldo e rotondo del quartetto esprime altri accenti.


La direzione intrapresa da Ghetti però mette in risalto le possibilità ritmiche del quartetto e la sua capacità di disimpegnarsi con agilità. A dare equilibrio tra i vari elementi è la scelta di utilizzare uno strumento dai suoni sospesi come il vibrafono per assolvere ai compiti armonici. In questo modo se il trombone ha maggiori margini di movimento, la ritmica ha modo di porsi in evidenza più facilmente: l’abnegazione dei quattro musicisti, sempre abili a cogliere limiti e possibilità espressive della situazione, diventa così elemento necessario e permette di trovare ulteriori soluzioni.


La scrittura di Ghetti predilige spesso gli ostinati e richiede ai musicisti un interplay serrato che, talvolta, porta a degli unisono. In gergo calcistico si potrebbe definire squadra cortissima: il risultato, in questo caso, è la vicinanza tra le varie anime della formazione e il continuo e reciproco sostegno. L’attenzione agli accenti ritmici, il cuore pulsante della formazione e la possibilità di predisporsi facilmente alle atmosfere dei brani diventano perciò un’attitudine totalmente naturale per i quattro.


I profumi d’Africa del titolo si ritrovano principalmente nella articolata Desert’s dance e nel brano che da il titolo al lavoro: echi di melodie africane, accenni poliritmici, le sonorità descrittive e avvolgenti del vibrafono, percussivo e melodico al tempo stesso. Ghetti propone, come dice il titolo, una visione leggera, non entra in una rivisitazione del mondo sonoro africano, ma ne utilizza alcune suggestioni.


Marco Tamburini è presente in Aspettando Anna, brano di apertura, e in Profumo d’Africa: anche in questo caso è sempre il risultato complessivo a trarne giovamento in un equilibrato e coerente impiego del trombettista. Il quartetto non contraddice la sua voce aggiungendo uno strumento dal registro più alto e, dal canto suo, Tamburini è in grado di integrarsi nel suono e nella gestione ritmica della formazione.