Colours Jazz Orchestra & Kenny Wheeler – Nineteen Plus One

Colours Jazz Orchestra & Kenny Wheeler - Nineteen Plus One

Astarte – NC1838 – 2009




Kenny Wheeler: tromba

Massimo Morganti: direttore, trombone

Diana Torto: voce

Simone La Maida, Maurizio Moscatelli, Filippo Sebastianelli, Enrico Benvenuti, Marco Postacchini: sassofoni

Giorgio Caselli, Luig Faggi Grigioni, Giacomo Uncini, Samuele Garofoli: trombe

Mauro Ottolini, Tony Cattano, Luca Pernici, Pierluigi Bastioli: tromboni

Luca Pecchia: chitarra

Emilio Marinelli: pianoforte

Gabriel Pesaresi: contrabbasso

Massimo Manzi: batteria







Nineteen plus one rappresenta una prova di grande maturità e intensità della Colours Jazz Orchestra diretta da Massimo Morganti: da una parte per la presenza di Kenny Wheeler e per le rielaborazioni degli standard proposte dal grande trombettista canadese, ma anche per la spigliata e compatta voce raggiunta negli anni dall’ensemble marchigiano.


Sette standard tra i più celebri – brani come Only the lonely, All or nothing at all, How deep is the ocean, Stella by starlight, I should care, When your lover has gone e The man I love – diventano il terreno di incontro per Kenny Wheeler e la Colours Jazz Orchestra: se per la prima volta un lavoro orchestrale del trombettista non si dirige sui suoi brani originali, la rivisitazione del materiale presente è tutt’altro che scontata e didascalica. Lo standard viene utilizzato come veicolo per una rilettura ampia, capace – grazie all’esperienza e al gusto e alla classe di Wheeler – di coniugare personalità e rispetto di temi e atmosfere, di offrire lo spazio ai solisti e al complesso dell’orchestra.


Soprattutto, gli arrangiamenti di Wheeler si combinano bene con la voce della Colours Jazz Orchestra e ne esaltano le esperienze precedenti: Massimo Morganti ha portato l’ensemble a confrontarsi con un repertorio moderno e articolato – focalizzato soprattutto sulla scia delle soluzioni di Bob Brookmeyer, Ayn Inserto, Hal Crook – e ha scelto musicisti dalle diverse inflessioni stilistiche, in modo da garantire varietà e versatilità alla formazione. Queste attitudini si ritrovano in Nineteen plus one e rendono agevole all’ascolto ogni passaggio: la cifra del disco potrebbe essere quella di una forte propulsione melodica, realizzata attraverso una continua e sempre equilibrata stratificazione di linee, capaci di esprimere potenza, quando necessario, e di rendere in modo efficace la cantabilità dei brani e dello stile del trombettista. A rendere ulteriormente evidente questo intento la presenza della voce di Diana Torto: l’abilità e l’aplomb dei suoi interventi, per utilizzare le parole di John Taylor nelle note di copertina, diventa una delle chiavi per esprimere le intenzioni del lavoro, sia nel cantare i testi dei brani che nel seguire le sezioni.


Lavoro maturo, come si diceva in apertura, per un ensemble stabile e in grado di esprimere una visione orchestrale moderna del jazz, in equilibrio tra mainstream e composizione, tra melodia e strutture articolate e composite. In questo senso la scelta di ospitare Kenny Wheeler e di eseguire materiale da lui rielaborato, si connota come sbocco naturale e ben concepito. Wheeler è una delle figure più originali del jazz di oggi: l’orchestra riesce a dialogare in maniera sempre fertile con lui e a sfruttare al meglio il suo disegno sonoro.