Headache Productions – HDC-M030 – 2017
Lucrezio De Seta: batteria
Ettore Carucci: pianoforte
Francesco Puglisi: contrabbasso
Nelle note di copertina, Daniela Floris invita l’ascoltatore a non farsi fuorviare dal titolo e a non leggerlo come adesione a una “tendenza” jazzistica piuttosto che a un’altra. Lo stesso De Seta, in una recente intervista con Alceste Ayroldi sostiene che non è suo interesse particolare guardare a presunte avanguardie o retroguardie artistiche, ma quello si suonare per un pubblico che appare sempre più disorientato e sempre meno coinvolto dalla musica che gli viene proposta.
Date queste premesse Brubeck Was Right è un disco perfettamente riuscito. Le nove tracce (cinque sono standard notissimi e quattro composizioni del pianista) catturano immediatamente l’ascoltatore. Fresche, immediate, senza cali di tensione, facilmente leggibili e godibili anche da un pubblico non specializzato pur proponendo panorami ritmici e armonici sempre vari e mutevoli. Un esempio per tutti è un Night In Tunisia riletto in una chiave ritmica davvero insolita (7/4) ma anche sempre “fedele” ad un tema che è parte essenziale del patrimonio emotivo dei jazzofili di tutto il mondo.
Certo, alla fine il titolo conta e fa parte delle intenzioni del leader che intende navigare nel mare del maistream, convinto, che l’esplorazione sia tutt’altro che terminata.
Una recensione non è la sede per approfondire l’eterno dibattito fra “tradizione” e “innovazione” nel jazz. Quello che importa è che questo disco non suona mai come un mero esercizio di stile, non ha mai il sapore del compitino ben eseguito.
Segui Jazz Convention su Twitter: @jazzconvention