Mr. Few – 2017
Antonio Ragosta: chitarra elettrica, moog miniatur, electronics, oud, chitarra portoghese
Pasquale Angelini: batteria
Stefano Napoli: contrabbasso, basso elettrico
Teresa Matrone: voce in Dall’infinito al mondo, Matu Maloa, In volo e Breve
Davide Di Pasquale: trombone in Dall’infinito al mondo, Dindirindi e Femme fatale, flicorno in Anime salve e In volo
Gianluca Vigliar: sax tenore in Dall’infinito al mondo e Dindirindi, flauto traverso in Matu Maloa
Sergio Di Leo: sax soprano in Notte a Cartagine
Angelo Maria Santisi: violoncello in Dall’infinito al mondo, Matu Maloa e In volo
La chitarra elettrica è la voce narrante del percorso tracciato da Antonio Ragosta in questo suo nuovo disco. Il titolo evoca una quantità molteplice di scenari e la musica composta dal chitarrista o ripresa da altri autori – nello specifico, Anime salve scaturita dall’incontro tra De André e Fossati e Femme fatale di Lou Reed – si pone naturalmente alla convergenza di tanti mondi. Il ponte tra Africa e Napoli tratteggiato in Notte a Cartagine, il blues di Leggera, lo sguardo alla fusion e al post-rock di Dall’infinito al mondo e Dindirindi, la dimensione cinematografica di Matu Maloa, la matrice popolare che anima In volo per arrivare alla conclusiva Breve, canzone eterea e sospesa, breve anche nella durata oltre che nel titolo, e affidata alla voce di Teresa Matrone.
Le varie tracce sono, in pratica, episodi di un racconto complessivo attraversato da richiami alle diverse musiche del mondo e colorato da una vena blues che scorre, a seconda dei casi, più o meno in profondità. La disposizione all’improvvisazione si confronta con il rispetto per la forma e, in particolare, per il passo della canzone e con la voglia di Ragosta di misurarsi con la dimensione variabile dell’ensemble convocato. Il chitarrista utilizza in maniera oculata la possibilità di giocare con i diversi timbri e li combina secondo “linee-guida” differenti nei vari contesti per dare risalto allo spirito delle composizioni.
Dall’infinito al mondo presenta la soluzione di Antonio Ragosta per una musica che cerchi di sfuggire ai limiti e alle barriere dei singoli generi, una visione trasversale e sempre in movimento. La trama innescata da rimandi stilistici e sonorità diventa il terreno per la sintesi cercata dal chitarrista: linguaggi attraversati con attitudine, di volta in volta, aggressiva o intima, lasciando respirare le pause o scattando con passo più deciso. Le undici tracce offrono in questo modo un risultato, per così dire, ibrido ma anche, tutto sommato, coerente nel suo viaggio tra atmosfere e suggestioni.
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