Hubro Music – HubroCD 2595 / LP 3595 – 2017
Erland Dahlen: batteria WFL anni ’30, cymbells, blossom bells, hand bells, sega, xilofono, log drum, gong, marmi su piatti metallici, tamburi a cornice, steeldrum, marching toms, coltelli e forchette, droneboxes, tastiere, elettroniche, drum machines, Mellotron, chitarre, voce, bacchette/battenti/archetto su strumenti a corda
Parlare di One-Man-Band, dopo una “rapida” scorsa ai credits, sarebbe la minima considerazione, prescindendo dall’implicita carica di humour di cui tanta panoplia strumentale potrebbe farsi portatrice, ma forse nemmeno più di tanto; anzi le morfologie espresse dal lavoro solistico (o più propriamente autarchico) del laborioso percussionista potrebbero richiamare energie e mezzi posti in campo da quei grandi predecessori alla Stomu Yamash’ta, mancando probabilmente un odierno riferimento d’analoga visione di gioco .
Personalità dunque quanto meno vulcanica, il poco quiescente talento scandinavo è un altro esponente di casa Hubro che non ha lesinato sul piano delle partecipazioni discografiche (oltre 300 a tutt’oggi) e, relativamente prescindendo dai segni scambiati entro le orbite di Anja Garbarek, Eivind Aarset o dello zeppeliniano John Paul Jones ad esempio, Erland Dahlen or si ripropone con una terza uscita discografica individuale, configurando un programma dichiaratamente nello spirito del soundtrack, ed in effetti risulta emozionalmente pregnante il carattere atmosferico dei differenti passaggi.
Così i monosillabici titoli laconicamente s’adattano ad introdurre elementi dello habitat umano e naturale, partendo dall’eponima Clocks, d’ariose scansioni ritmiche e morbide effervescenze elettroniche, passando per i tratti più drammatici dell’ansiogena Glas, l’abbacinante e totemica Bear, le pulsazioni minimali di Lizard fino alle aperte contemplazioni della metafisica, conclusiva Wood.
Occorrerebbe un ulteriore acume d’ascolto per apprezzare nel dettaglio l’apporto sonoro di ogni singolo componente vibrante dell’instrumentarium assemblato dal Nostro, che comunque condensa un prodotto di firma originale entro stilemi pop dai confini particolarmente dilatati (con non poche pertinenze Ambient) e, pur esprimendosi con dominante e libera astrattezza, conferisce ai materiali corpo di suggestivo ed apprezzabile tono rappresentativo.