Marshall Gilkes – Lost Words

Marshall Gilkes - Lost Words

Alternate Records – ASR003 – 2008




Marshall Gilkes: trombone

Michael Rodriguez: tromba, flicorno

Jon Cowherd: pianoforte

Yasushi Nakamura: contrabbasso

Clarence Penn: batteria






Marshall Gilkes è un giovane trombonista newyorchese, collaboratore stabile dell’arpista Edmar Castaneda e della Maria Schneider Orchestra. Lost Words è il suo secondo disco da leader: dopo la prova in quartetto di Edenderry, in questo nuovo lavoro Gilkes si presenta alla guida di un quintetto guidato dall’incontro del trombone con i suoni della tromba e del flicorno di Michael Rodriguez e sostenuto dalla sezione ritmica composta da Jon Cowherd, Yasushi Nakamura e Clarence Penn.


Questa introduzione bio-discografica propone in maniera evidente alcuni degli spunti presenti in Lost Words, reperibili nelle parole che danno il titolo ai brani o negli incroci musicali che ne sono alla base. Innanzitutto The Crossover: la traccia di apertura del disco espone anche una sorta di manifesto programmatico dove si intrecciano visioni orchestrali, sonorità eterogenee provenienti dai quattro angoli di quel mondo vasto che è New York, attitudini latin, rispetto per la tradizione del jazz e attenzione alle nuove tendenze del jazz statunitense, la presenza di richiami, anche ben sottolineati in alcuni passaggi, alla musica colta e classica europea.


Nei sette temi di Lost Words, il trombonista riesce a porre in equilibrio tutte le anime, le valorizza, le sfrutta e le asseconda attraverso impasti sonori ben congegnati, meccanismi “scenici” e interazioni fluide. La chiave usata da Gilkes è quella di non imporre sempre o in modo forzato le proprie intenzioni di compositore ai brani: il leader lascia libere le differenti influenze di trovare spazio in maniera naturale. Di conseguenza, le atmosfere si ritagliano e si modellano intorno agli interpreti e i musicisti sono sempre in grado di portare il proprio contributo nelle strutture e nell’alveo predisposto. Una sorta di andirivieni continuo tra i tanti punti cardinali proposti, fluido proprio per la spontaneità della concezione e della sua applicazione.