Terp Records – Improv series IS-29 – 2018
Jaap Blonk: voce, elettroniche
Terrie Ex: chitarra elettrica, harmonium
Nessuna nota di presentazione a corredo di questa nuova produzione Terp records, ma ne saranno sufficienti le foto in piena azione dei due contitolari per introdurci alla dimensione spettacolare del lavoro in oggetto.
Performer vocale alquanto spericolato ed impudente, l’olandese Jaap Blonk è un veterano della “sound poetry”, complesso e non sempre inquadrabile filone con ascendenze riferibili alle grandi avanguardie storiche quali il Dadaismo, oltre a connessioni più o meno patenti con le esposizioni della Beat Generation.
Il conterraneo chitarrista Terrie Ex non è nuovo tra gli agitatori della scena Anarco-Punk neerlandese, peraltro nient’affatto estraneo e tenzoni d’alto profilo d’ambito free (in cui non ha mancato d’incrociare le corde con eversivi talenti tra cui Han Bennink o Ab Baars.
Quanto annunciato (o più probabilmente minacciato) da tali credits è nei fatti pienamente mantenuto dalle connotazioni veementi e della dimensione spettacolare “totale” esposte dalla libere forze del duo, il cui instrumentarium non del tutto risicato sulla carta lo è ancor meno nei fatti, palesando un ventaglio effettistico improntato alla libera espressione fisica, vocale (non poco corporea) e vibratoria, gustosa quanto spiazzante, connotata da una caleidoscopia con grande quota di rischio cromatico.
Non tacendo dell’estemporaneo talento e della fertilità improvvisativa del chitarrista Terrie Ex, in particolare Jaap Blonk si palesa performer completo e spregiudicato, abile a collocarsi con pieno titolo entro l’area dei più incontenibili praticanti della voce e dell’instant-acting. Non latitano affatto momenti e passaggi di declamazione squisita e impeccabile, ma certamente più ricorrenti gli spunti d’umorismo caustico e verve corrosiva: una dimensione spettacolare che renderà paghe le “orecchie assetate” dei cultori ma potrà anche catturare le attenzioni di auditori occasionali, rilevando la contagiosa assenza di apprezzabili freni inibitori ed l’accattivante grinta corrosiva.
S’incorona la nobile quanto sgangherata verve di picari e guitti, del tutto riscattati dal talento dei due veterani, contestuali ad un più ampio spirito teatrante, vivente di sperimentazioni idiomatiche e spessori comunicativi che non suonano ostativi ad una fruizione più trasversale, grazie alle forze liberate di due vulcanici mattatori.