Tonbruket – Live Salvation

Tonbruket - Live Salvation

ACT Music – ACT 9867-2 CD – 2018


Dan Berglund: contrabbasso

Johan Lindström: chitarra, pedal steel

Martin Hederos: piano, synth, violino

Andreas Werliin: batteria





Potremmo asserire che si consolida una realtà già salutata quale fertile laboratorio neo-prog, in termini relativamente indipendenti dalla cardinale esperienza del leader Dan Berglund (che per l’ennesima volta ricordiamo esser stato il polmone a corde basse del trio e.s.t. – appena riproposto all’attenzione da un postumo live londinese): discettiamo insomma del già variamente apprezzato Tonbruket, esperienza di sèguito non uniforme presso gli svenssoniani o neo-jazzofili che siano, ma quanto meno band di ben amministrati estro e senso del colore, qui ripresa in evidente forma live presso il Bix Jazzclub di Stoccarda.


E in buona sostanza i già tratteggiati caratteri del gruppo si confermano nello spirito generale apparentemente “nonchalant” e vivente di connotazioni formali, e la fusion dal virulento incedere proposta dal quartetto di fatto esercita attitudini esplorative valide nel portare a compimento un assortito programma. Così, tra l’allure scintillante di Balloons, le frenesie più spiccatamente prog di Vinegar Heart e il free-style di clima serotino di Gripe, s’articola una sequenza segnata dall’intesa tra i sintonici partner, le cui sintassi sono intessute dall’elastico drumming di Andreas Werliin e dal propulsivo legante basso del fondatore e animatore Dan Berglund, e le cui morfologie sono delegate non poco alla verve obliqua del fantasista di tastiere Martin Hederos, oltre agli innesti di colore dell’energico chitarrista Johan Lindström.


Ennesima argomentazione a favore della dichiarata licenza della maison ACT dall’impegno in jazz comunemente inteso (ma che poco toglie alla caratura del suo roster, che tra i più in vista vanta artisti operosi quali Lars Danielsson, Youn Sun-Nah o Michael Wollny, oltre alle rendite forti e mai sbiadite della discografia del trio e.s.t.), l’instabile, proteiforme (e non poco narcisista) prog-iazz imbastito dai quattro se non primariamente destinato ad un’audience strettamente jazzofila, una volta correttamente calibrate le aspettative e pur nelle trame e nel generale clima, tendenzialmente “light”, soddisferà le aperture ludiche dell’ ascolto in virtù di una ben spesa palette di trovate e una miscela di attitudini spettacolari che non si nega alla digressione e allo humour e si palesa d’accattivante senso dell’entrertainment.



Link di riferimento: www.tonbruket.se



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