RareNoise – RNR 091 CD/LP – 2018
Cuong Vu: tromba, elettroniche
Bill Frisell: chitarra elettrica
Luke Bergman: basso
Ted Poor: batteria
Impianto semi-ortodosso, ma percorso da movimentazione scenica, per il nuovo lavoro del già methenyano trombettista Cuong Vu, che al pari di altri confratelli statunitensi dichiara come fondative del lavoro considerazioni etico-politiche a partenza dall’attuale status del grande e contraddittorio Paese.
«Non ho mai provato così tanta ansia per il futuro, a livello ecologico-ambientale e ovviamente, in considerazione della leadership del nostro Paese, a livello politico. Ho paura che quello che ci ha portati a questo punto e ciò che sta succedendo oggi, che mi appare già così sconvolgente e pericoloso, non sia che l’inizio. Sono molto spaventato e spero di essere solo paranoico”.
Partnership non nuova, quella con l’eccelso chitarrista Bill Frisell (di cui è ormai scontata la quota d’impegno), già rodata non soltanto nel recente ed apprezzato Ballet: The Music Of Michael Gibbs (ne ricordiamo addirittura una riuscita collaborazione per la nostrana Auand, già un decennio fa), e la medesima formazione torna in un nuovo album “a programma” le cui intenzioni sono probabilmente espresse più tra le righe che nella compiuta estensione del lavoro. Questo di fatto procede composito ma non si sfugge ad un certo manierismo, come nelle introduttive All that’s left of Me is You o Alive, probabilmente meglio esprimendosi nel clima straniante di passaggi tali Round and Round o Look, Listen o negli indugi declamatori di Must Concentrate, e certamente acquisendo i programmatici caratteri nel dinamismo provocatorio e nelle concitazioni implacabili della movimentata March of the Owl and the Bat, d’espressiva centralità nel bilancio dell’album, che si conclude nel lirismo sospeso delle melanconica Far from Here, e nella resa finale attinge alla verve polemica delle premesse solo in parte delle sue estensioni.
Il soundscape d’insieme viene animato dai ruvidi lampi dell’ottone del leader, dalle fibrillazioni luminescenti della chitarra di Frisell, dall’adeguata prontezza dell’elastica sezione ritmica, e le tessiture e le interazioni appaiono funzionali, ma il “cambiamento nell’aria” dell’impegnato titolo avrebbe più opportunamente dovuto ricorrere a più palese senso dell’invettiva, ed alla regia del trombettista avremmo auspicato più coraggio nell’impianto generale e maggior grinta nelle soluzioni formali: certamente affrancato dal ruolo di sideman in cerca d’affermazione individuale, Cuong Vu per ambizioni e progettualità può proporsi per un più elevato podio autoriale, ma posponiamo il giudizio ed un più convinto apprezzamento per lavori di più efficace e ancor più personale caratterizzazione.
Link correlato: www.cuongvu.com
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