Swiss Jazz: Stefan Aeby Trio – The London Concert

Swiss Jazz: Stefan Aeby Trio - The London Concert

Intakt Records – CD 315 – 2018



Stefan Aeby: pianoforte

André Pousaz: contrabbasso

Michi Stulz: batteria






Con preventivo (e un po’ pregiudiziale) favore ci disponiamo all’ascolto della nuova proposta del pianista elvetico Stefan Aeby, ampiamente apprezzato nelle progressioni che lo hanno condotto ad un “nuovo corso” espressivo rispetto agli iniziali lavori, tratteggiati da maggior eccentricità della costruzione ritmico- melodica, a confronto del corrente orientamento, relativamente più ortodosso e cantabile, condensando adesso entrambi i filoni nella recente esperienza on stage, inscritta entro l’ormai canonico Intakt Festival presso il londinese Vortex Jazz Club.


Forse un po’ in anticipo sull’opportunità oggettiva di proporre una summa live del proprio percorso, non poi così esteso temporalmente (oltre alla riproposta di buona parte del precedente disco, di poco precedente), nondimeno il dotato ed immaginativo Aeby non difetta d’argomentazioni e spettro di canoni formali, e tali appaiono efficacemente rielaborati ed articolati entro un programma che certamente regge in senso scenico.


Così il programma procede dalla magmatica Shi e dalla propulsiva Knabaustch verso il luminoso intimismo (non poco evansiano) di The Wheel, segnando lo sviluppo esplosivo in Dalston o le spedite assertività ritmico-melodiche in Iuk, il riverberante respiro contemplativo in Song for A. fino all’estensiva ripresa della repertoriale To the light, che rispetto alla versione del precedente ed omonimo album si carica di un apparato formale (e segnatamente ritmico) che sembra ricondurre il trio verso le collettive speculazioni iniziali.


Se forse il presente lavoro non eleva di molto (e nemmeno rivoluziona) il profilo personale ed estetico di Aeby & C., nemmeno lo appanna ed anzi ulteriormente lo conforma, ed il trio non manca un’occasione per segnare ben più che un passaggio partecipativo all’animata e dialogante fisionomia del jazz d’Oltralpe, a ciò contribuendo con il collettivo, “palpabile senso del respiro spaziale”, entro un peculiare quanto instabile bilanciamento tra austerità e fremente senso della ricerca.



Link correlato: www.stefanaeby.com



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