Foto: Nicola Barin
Egberto Gismonti recital solo @ Mantova Jazz 2018
Mantova, Teatro Bibiena – 25.10.2018
Egberto Gismonti: chitarra, pianoforte
Nell’intimo Teatro Bibiena, capolavoro barocco progettato dall’architetto Antonio Bibbiena verso la fine del ‘700, va in scena la prova magistrale di uno dei più interessanti artisti che abbiano mai saputo coniugare musica popolare (brasiliana), musica classica e jazz.
Egberto Gismonti si presenta sul palco solo con chitarra e piano per trasportarci nel suo mondo. La serata è allietata dalla notizia che l’esibizione sarà registrata dall’etichetta ECM Records per la successiva realizzazione di un album live.
Madre siciliana, padre libanese, l’artista brasiliano si forma musicalmente in Europa approcciandosi alla musica classica e studiando orchestrazione a Parigi con due grandi maestri: Nadia Boulanger e Jean Barraqué.
Quasi cinquant’anni sulle scene nel tentativo di (con)fondere i generi musicali. Una luce abbagliante illumina il palco e subito si parte. Gismonti imbraccia la chitarra a 10 corde e ci inoltriamo nella sua sterminata produzione. La chitarra viene percossa, vi è un ampio uso degli armonici: l’approccio non ortodosso allo strumento e la sua capacità come polistrumentista potrebbe ricordare il free jazz. In realtà siamo quanto mai distanti, poiché l’idioma dell’artista è semmai più vicino alla musica popolare brasiliana e alla musica classica. Sembra essersi scontrato solo per caso con il jazz. I brani Ensaio De Escola De Samba (Dança Dos Escravos) o Bianca (tratto dall’album Duas Vozes del 1984 in duetto con Nanà Vasconcelos) in cui la chitarra viene percossa per carpirne tutti i suoni possibili ci raccontano di un’ammaliante bellezza.
Quando nella seconda parte del concerto l’artista brasiliano abbandona la chitarra per sedersi al piano tutto muta: l’idioma brasiliano lascia il posto alla formazione classica, il suo stile ricorda gli impressionisti francesi: Ravel, Debussy, Satie.
Nelle note di Infância ritroviamo la gioia, la spensieratezza della sua terra con le mille contraddizioni che incarna. Tra gli omaggi alcuni brani di Jobim ed uno dedicato al compositore classico Heitor Villa-Lobos. Un serata dal fulgente incanto difficile da catalogare: una musica che sgorga magmatica dalla viscere del suo autore trascinando con se ansie, umori, suggestioni che partono dalla musica classica del novecento per arrivare al cuore del folk brasiliano rivisto e rimaneggiato. L’ormai settantaduenne ragazzo di Carrmo sa ancora far rabbrividire per l’eleganza e l’equilibrio che ha saputo rivelare tra le mille suggestioni musicali che nutrono la sua cultura musicale. Attendiamo con impazienza l’uscita dell’album per l’etichetta ECM Records.
Segui Nicola Barin su Twitter: @ImpulseJazz