Marco Zanoli – Symbiosis

Marco Zanoli - Symbiosis

Abeat Records – ABJZ190 – 2018





Marco Zanoli: batteria

Giorgia Barosso: voce

Alessandro Giachero: pianoforte

Stefano Risso: contrabbasso

Marco Di Fonte: violoncello







Marco Zanoli è il batterista di T.R.E., terzetto senza una leadership riconosciuta, completato da Alessandro Giachero al pianoforte e da Stefano Risso al contrabbasso. Per la prima incisione a suo nome il percussionista lombardo si avvale dell’ausilio dei due sodali storici ai quali si aggiungono la voce di Giorgia Barosso e il violoncello di Marco Di Fonte. La musica del cd è formata in larga parte da temi a firma di Zanoli oltre a due brani di Paul Motian. Proprio il batterista di origine armena, partner di Bill Evans e di Keith Jarrett, è un punto di riferimento certo per il quintetto pure per il suo modo di organizzare il rapporto fra le parti scritte e quelle improvvisate. Nel disco le tracce melodiche costituiscono un’intelaiatura solida, infatti, su cui i solisti, però, possono tessere i loro interventi con parecchia libertà di iniziativa anche se, apparentemente, tutto sembra definito a priori. L’affinità di linguaggio fra i musicisti e l’interplay istantaneo, determinato dalla lunga frequentazione, fanno pensare che ogni passaggio sia scritto sullo spartito quando, per contro, tutti ci mettono parecchio del loro per realizzare un quadro articolato di rara compattezza.


Nell’album si ascolta un jazz di impronta classicheggiante per la presenza del violoncello a costituire, insieme al trio, un organico da musica da camera. Si procede con motivi che si snodano fluidi , di carattere malinconico, manifestati dal pianismo allusivo di Giachero e dalla voce dinamicamente ondeggiante della Barosso, intenta a dispiegare arie profonde e cariche di significato, malgrado la mancanza delle parole. Solo in Birdsong, invero, si ascoltano le liriche aggiunte dalla stessa interprete al pezzo di Paul Motian, in origine privo di testo. In certe sequenze si riconoscono, poi, lacerti folklorici di origine balcanica e non manca qualche scheggia ritmica funkeggiante a movimentare il disegno complessivo, in particolare nel brano eponimo.


In ogni angolo del cd, inoltre, si impone il fraseggio di Alessandro Giachero, ora impegnato a distillare note o a lasciarle cadere come gocce pesanti, ora occupato a percuotere la tastiera con energia o a tratteggiare ornamenti finemente cesellati. Risso e Zanoli, invece, svolgono il compito di accompagnamento con indole pittorica, nel senso che prevale in loro la volontà di colorare, di decorare piuttosto che quella di implementare una base ritmica semplicemente adattabile allo spirito di quanto elaborato dagli altri musicisti


La Barosso usa la voce come uno strumento per sottolineare l’andamento emotivo delle varie composizioni e lo fa con passione e con perizia.


Marco Di Fonte completa la formazione aggiungendo un tocco accademico al timbro complessivo della formazione.


Si può tranquillamente affermare, in conclusione, che Marco Zanoli abbia debuttato da leader in maniera autorevole, dimostrando buone idee e la capacità di pianificarle, grazie altresì alla scelta di un gruppo con un amalgama particolarmente consolidato in vera simbiosi.




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