ECM Records – ECM 2607 – 2018
Trygve Seim: sax tenore, sax soprano
Kristjan Randalu: pianoforte
Mats Eilertsen: contrabbasso
Markku Ounaskari: batteria
Ormai si farebbe un (grave) torto a porre l’attenzione sul sassofonista Trygve Seim come su un dotato musicista non di prima fascia, trattando invece di un prezioso creativo da tempo smarcatosi dalla fase dell’auto-affermazione e già operoso nell’affinare il proprio sound così come le sue strategie creative.
Passato rapidamente dal ruolo di comprimario a quello di co-protagonista e (giustamente) di primo attore, alla personalità linguistica del norvegese ha giovato il lungo e fertile praticantato con somme voci della creatività scandinava, e in questo Helsinki Songs (elaborato e perfezionato durante un soggiorno finnico) si concretizzano visioni rappresentative e strategie estetiche estensivamente attraversata dai disegni d’ancia del titolare e autore, nel cui respiro convivono calore e sottigliezza, trovando presenza armonizzante e controcanto nell’emergente, discreto e puntuale Kristjan Randalu, giovandosi dello lo scalpello sottile e della solidità tattica del drumming di Markku Ounaskari, ormai un veterano al pari del roccioso ed elegante contrabbassista Mats Eilertsen, che conferisce ondulante àncora al bilancio del quartetto.
Nel modulare (non senza fini ammiccamenti) anche insolite espressioni orientaliste (New Beginning, Sorrow March), l’esposizione conosce dimensioni confessionali (Ciaccona per Embrik) così come corpose dimensioni da soundtrack (Katya’s Dream), e nei suoi umori complessivamente composti il bilancio dell’album non sortisce in sorprese di clamore, potendo ricordare (in termini nient’affatto imitativi) la dimensione incruenta di classiche (quanto mainstream) produzioni garbarekiane, giusto a ricordare l’imprinting di un comune e riconoscibile vivaio; intessuto di luminosa, più spesso tiepida e controllata comunicativa, con l’intonazione della narrazione garbata, Helsinki Songs esita in un prodotto alquanto accurato e non banale eleganza, cui non è propria una convincente griffe inventiva ma, permanendo in una dimensione eminentemente estetizzante, non trova in questa una costrizione, riuscendo ad esprimere una propria sottigliezza idiomatica dalle pigmentate venature.
Link correlati:
Sito web di Trygve Seim: trygveseim.com
Pagina Open Spotify: open.spotify.com/album/3Kq1Dy1BmAVco780WvXwnM
Teaser: www.youtube.com/watch?v=OPTaUNav4bs
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