OutNote Records / Outhere Music – OTN 626 – 2018
Samuel Blaser: trombone
Russ Lossing: tastiere
Gerry Hemingway: batteria
Masa Kamaguchi: contrabbasso
con
Oliver Lake: sax alto in Creepy Crawler e Levee Camp Moan Blues
Wallace Roney: tromba in Levee Camp Moan Blues e The House Carpenter
Robert Sadin: direzione artistica
Personalità ormai nettamente definita ben al di fuori dell’arena elvetica del jazz, già da un decennio assurto a ruolo di leader, speso entro formazioni trans-atlantiche e di regolare avvicendamento, il trombonista Samuel Blaser procede con varietà di programma in coda ad una dozzina di sortite discografiche, tra cui in ultimo abbiamo trattato un recente e corposo album monotematico tributario della figura di Jimmy Giuffre (Spring Rain, del 2015); avvezzo peraltro a frequentazioni d’alto profilo (Pierre Favre, Paul Motian per brevità) il Nostro qui si concede la guest-starring del veterano Oliver Lake e del trombettista Wallace Roney, oltre al già braxtoniano batterista Gerry Hemingway, completando la formazione con altri sperimentati sidemen statunitensi.
Un’assertiva sortita al sax alto di Lake appare adeguata ad introdurre materiali improntati alla cultura del blues, a partire dall’eponima Early in the mornin’ (antico canto di prigionia) al canto malavitoso Murderer’s Home, così articolando un programma segnato da un curioso (e non poco spettrale) clima gospel-blues di tinta spesso surrealista ma che non cede sul piano del rigore; molto avvertita la presenza registica di Samuel Blaser, che ulteriormente si conferma solido ideatore di trame, ed in ciò esaudito dall’avvicendamento delle voci solistiche, segnate dalla grinta rabbiosa dell’ancia di Oliver Lake, dal più dimesso lirismo dell’ottone di Wallace Roney, entro un sound reso ancor più straniante dalla crepitanti tastiere d’antan (di sonorità pre-fusion) del laborioso Russ Lossing, e scandito dalla solida invenzione percussiva del versatile Hemingway, non mancando affatto di risalto, assertiva e tranciante ma non d’eccessiva dominanza, l’agile e profonda voce del trombone di Blaser, le cui attoriali connotazioni espressive appaiono efficaci nel dar vita alla voce degli oppressi, tema – come si potrà convenire – non certo decaduto d’attualità, e che sembra rappresentare un qualitativo atout d’impegno del ben costruito album.
Ulteriormente servito dalle ricche note di copertina a firma di Arnaud Merlin, introduttiva della complessa costellazione di riferimenti formali, ma probabilmente meno delle radici ispirative e delle non del tutto implicite mire del lavoro, Early in the mornin’ si palesa in una sequenza intelligentemente costruita e d’impatto spaesante, ricollegandosi nelle sue istanze alla proto-storia, alle intrinseche ragioni ed al corpo sonante del jazz.
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Sito Web di Samuel Blaserwww.samuelblaser.com
Album Teaser: www.youtube.com/watch?v=x8JILFtqv9w
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