La primavera del jazz a Mantova

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La primavera del jazz a Mantova

Intervista con Matteo Gabutti, direttore artistico di You Must Believe in spring

In occasione della rassegna jazzistica “You Must Believe in Spring”, inaugurata da poco a Mantova, abbiamo intervistato il direttore artistico Matteo Gabutti, fondatore dell’Associazione Culturale 4’33”.



Jazz Convention: Ci racconti com’è nata l’Associazione 4’33” e quali sono le sue principali attività?


Matteo Gabutti: L’Associazione Culturale 4’33” è nata tre anni fa dall’esigenza mia e del co-fondatore Nicola Bardini di portare a Mantova una ventata di novità musicali che si collocassero tra il jazz e la musica sperimentale, cercando di afferrare quanto di nuovo e di originale si muovesse in questo fertilissimo ambito. I concerti che proponiamo sono infatti legati a nuove produzioni, a volte commissionate apposta per la rassegna, come è stato ad esempio per il solo di Rosa Brunello che ha aperto il concerto del Very Practical Trio, oppure del progetto del chitarrista Marcello Abate che ha accettato la sfida di aprire il concerto dello scorso anno di Bill Frisell con Thomas Morgan. La rassegna di questa primavera vedrà un altro connubio, cioè il solo di Nate Wooley con la danza contemporanea del collettivo COD danza di Mantova. Lo scorso autunno abbiamo collaborato con il Cinema del Carbone, storico e culturalmente attivo cinema di Mantova, nel quale abbiamo curato una serie di concerti legati alla proiezione di alcuni film della regista americana Shirley Clarke, il concerto di punta è stato quello degli Irreversibile Entanglements che verrà trasmesso integralmente il 12 marzo da Radio3.



JC: Come mai l’associazione ha preso il nome da un famoso brano di John Cage?


MG: Il riferimento a John Cage non è casuale, l’idea del silenzio come punto di ascolto del paesaggio sonoro che ci circonda è la nostra prospettiva di approccio verso la musica contemporanea, la consapevolezza che viviamo in un mondo di suoni è un modo di concentrare l’attenzione all’ascolto. La nostra rassegna porta il sottotitolo di “musiche per piccoli teatri” e 4’33” diviene così lo spazio sonoro che ci circonda posizionato sotto la lente del teatro per scoprire ogni dettaglio della musica. Il teatro è la camera oscura entro la quale si sviluppa l’immagine sonora, dove prende forma la nostra percezione del suono. Il teatro è il punto di partenza per l’esplorazione sonora da parte dell’ascoltatore.



JC: Ci illustri la rassegna “You Must Believe in Spring” che si è aperta nel mese di gennaio con il concerto del Very Practical Trio (Michael Formanek, Tim Berne, Mary Halvorson).


MG: Il titolo “You Must Believe in Spring”, chiaro omaggio a Bill Evans è il punto di partenza dal quale è iniziato il nostro percorso come associazione, una sorta di nucleo attorno al quale sono nate via via le nostre idee. La rassegna si aprirà il 9 marzo 2019 presso la Sala delle Capriate con il trio di Francesco Diodati composto dallo stesso chitarrista, dalla voce di Leila Martial e dalla batteria di Stefano Tamborrino. Il progetto porta il titolo di Blackline come una linea che che unisce su un ipotetico punto di contatto mondi musicali diversi quali il jazz, il rock e il funky, una linea di orizzonte attraverso la quale il trio disegna un paesaggio astratto ricco di figure. Il secondo concerto si svolgerà il 16 marzo presso la sede di Danza Area in via Teatro Vecchio 6 e vedrà protagonista il quintetto di Larry Ochs, progetto dal titolo “Fictive Five”, il concerto sarà completamente in acustico a stretto contatto con musicisti straordinari, senza filtri per godere di ogni vibrazione prodotta dagli strumenti in un crescendo di immagini sonore. Larry Ochs presenterà il suo ultimo lavoro discografico in compagnia di musicisti con i quali collabora ormai da qualche anno, la line up prevede, oltre a Larry Ochs ai sassofoni e composizioni, Harris Eisenstadt alla batteria, Ken Filiano al contrabbasso, Pascal Niggenkemper anch’esso al contrabbasso e Nate Wooley alla tromba. Il terzo concerto, che avrà luogo il giorno dopo, 17 marzo, ci si trasferirà presso la Sala Convegni della Foresteria di Campo Canoa, con il trio Luz (Giacomo Ancillotto alla chitarra Igor Legari al contrabbasso e Federico Scettri alla batteria) LUZ nasce nel 2011 a Roma. Nel 2014 esce il primo disco “Polemonta” (Auand), registrato in quartetto con la partecipazione di Tomeka Reid al violoncello. Il disco va in ristampa dopo appena un mese. Dal 2012 ad oggi i LUZ hanno suonato in 11 paesi europei, partecipato a festival e trasmissioni radiofoniche e televisive e la loro musica è stata utilizzata come colonna sonora per cortometraggi e documentari. Anche in questo caso ci sarà la presentazione del loro nuovo lavoro uscito sempre per l’etichetta AUAND e che porta il titolo di “Encelado”. Un disco che parla di spazio e di deserti, di poeti e di creature mitologiche, di luce e oscurità. Atmosfere quanto mai adatte per il luogo del concerto che avrà come sfondo il profilo illuminato della città di Mantova. Il quinto concerto della rassegna “You Must Believe in Spring” si svolgerà il 21 marzo presso la Sala delle Capriate e avrà come protagonista il trio del giovane chitarrista americano Julian Lage. Ragazzo prodigio è divenuto in breve tempo uno dei più stimati e acclamati chitarristi del panorama musicale odierno. L’occasione è l’uscita del suo nuovo lavoro in compagnia di Jorge Roeder al contrabbasso ed Eric Doob, alla batteria. Love Hurts, questo è il titolo dell’album che entrerà di sicuro nelle classifiche di fine anno tra i migliori dischi 2019. Il sesto concerto avrà luogo l’11 aprile presso il Teatro del Gradaro e vedrà il ritorno di Nate Wooley, classe 1974. Nate Wooley è una delle voci più interessanti e intense del moderno panorama della musica sperimentale. La performance improvvisata di Nate Wooley sarà accompagnata da tre danzatori del collettivo COD Danza di Mantova: Chiara Olivieri, Carlotta Graffigna e Marco Bissoli suggellando così la collaborazione tra una delle realtà culturali più prolifiche di Mantova e l’associazione 4’33”. Tra gli eventi che accompagneranno la rassegna vanno citati due concerti di rilievo, il primo riguarda la presentazione del nuovo lavoro degli Ukita, trio composto da Davide Paulis Peter Wilson e Luca Caruso, il concerto si svolgerà il 28 marzo presso la sede del Teatro Magro in via Brescia 2, mentre il secondo appuntamento si svolgerà il 6 aprile presso la sede di Area Danza in via Teatro Vecchio 6 e vedrà di scena I Raw Frame composti da Andrea Bolzoni, Daniele Frati e Salvatore Satta. La rassegna si chiuderà il 15 aprile con il concerto di Federica Michisanti e il suo progetto Horn Trio, anche in questo caso l’occasione è l’uscita del nuovo disco Silent Rides dove le composizioni della contrabbassista romana trovano due interpreti d’eccezione come Francesco Bigoni e Francesco Lento. Tutti i concerti avranno inizio alle 21.00, per informazioni e prenotazioni basta scrivere una mail a: associazionequattrotrenta3@gmail.com oppure visitare la nostra pagina Facebook.



JC: Oltre alla rassegna citata quali sono i progetti per il futuro?


MG: Dopo “You Must Believe in Spring”, è già in cantiere a giugno un progetto in collaborazione con la Fondazione di Palazzo Te di Mantova, ARS Creazione Spettacolo, Teatro Magro e Carrozzeria Orfeo con la realizzazione di 3 eventi multidisciplinari (musica,teatro, performing art,esposizioni) presso il prestigioso spazio di Palazzo Te. Per quel che riguarda i concerti c’è da segnalare la presenza di Nicoletta Magalotti, Alfonso Santimonie e Camilla Battaglia. Le diverse associazioni mantovane hanno iniziato da qualche tempo a riunirsi attorno a un tavolo per collaborare e programmare in modo organico la futura vita culturale della città, il progetto “VOCI E CORPI, Domeniche a Palazzo” rappresenta une delle tappe fondamentali di questo percorso. L’idea di innestare l’evento nel processo creativo e culturale del museo rappresenta il desiderio di collaborazione con gli enti che rendono viva la nostra città e dare un’immagine di essa coesa e riconoscibile in modo da attrarre, oltre i cittadini mantovani, anche il pubblico esterno. Il tema dell’evento è ispirato alle manifestazioni ed eventi che si svolgeranno a Palazzo Te nel 2019 dedicati al corpo della donna e l’immagine che di essa venne rappresentata nel ‘500 in una rilettura contemporanea ed estemporanea. L’intento dei soggetti coinvolti è quello di proporre un percorso tra teatro,musica e danza attraverso il quale esplorare il linguaggio femminile contemporaneo in campo teatrale e musicale. Il corpo delle donne si manifesta così in modo esplicito attraverso i gesti, i racconti, le voci, la fisicità delle attrici, la colonna d’aria che esce da uno strumento musicale. Voci e corpi che dall’idea di libertà sessuale, dipanano un percorso legato alla libertà della donna, il corpo come manifestazione della propria libertà, il “luogo della donna” grazie al quale acquisire consapevolezza di sé.



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