Peter Erskine & The Dr. Um Band “On Call” @ Vicenza Jazz New Conversations

Foto: Roberto De Biasio










Peter Erskine & The Dr. Um Band “On Call” @ Vicenza Jazz New Conversations

Vicenza Jazz New Conversations, Teatro Comunale – 13.5.2019

Peter Erskine: batteria

John Beasley: pianoforte, tastiere

Bob Sheppard: sax tenore, sax soprano

Damian Erskine: basso elettrico


Serata di grande fusion al Teatro Comunale di Vicenza per la rassegna Vicenza Jazz New Conversations che, come ogni anno, riesce a bilanciare tra jazz d’avanguardia, mainstream e le novità del jazz contemporaneo. Come ricorda Riccardo Brazzale, direttore artistico della rassegna, Peter Erskine ha trovato una modalità di concepire la scansione ed il ritmo uniche che lo rendono un artista sui generis.


Il musicista americano, oltre che essere uno dei più versatili batteristi a livello internazionale, è stato capace di passare dal jazz più classico (in trio lo ricordiamo in casa Ecm in compagnia di John Taylor al piano e Palle Daniellson al contrabbasso) fino a collaborare con i Weather Report, uno dei gruppi più innovativi in ambito fusion.


Il progetto Dr. Um nasce nel 2016 e vede, tra l’altro, la presenza al basso del nipote Damian.


Si parte con il brano Lost Page e ci ritroviamo catapultati nel bel mezzo dalle sonorità dei Weather Report: le tastiere di Beasley rievocano in maniera impressionante le sonorità del compianto Joe Zawinul. Erskine si diverte a giocare con la metrica ritmica proponendo tempi dispari e lavorando molto sugli accenti e mantenendo intatto il suo naturale groove.


Sheppard appare in piena forma, forte trascinatore con un una voce personale.


Beasley, oltre al timbro di tastiere con suoni vintage lo ricordiamo per la bella introduzione di piano al brano di Horace Silver. Le atmosfere più funky si alternano a brani più jazz-rock con le scansione ritmica più semplificata. Damian Erskine al basso elettrico ricopre con impostazione scolastica il suo ruolo, emerge raramente negli assoli: la tecnica è indiscutibile ma si coglie poco il groove: solo in uno dei brani conclusivi, Eleven Eleven, il giro di basso spicca per la pienezza sonora e il dinamismo.


Pregevole l’omaggio a Henry Mancini con il brano Dreamsville, una ballata lenta con le spazzole che mette in luce le qualità di Beasley e Sheppard capaci creare un atmosfera unica.


Il batterista del New Jersey è ancora capace di graffiare e ci riporta alle radici della fusion con riferimenti sia ai Weather Report che agli Steps Ahead, gruppi dei quali è stato indiscusso protagonista.




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