Intakt Records – CD 324 – 2019
Yves Theiler: pianoforte
Luca Sisera: contrabbasso
Lukas Mantel: batteria
L’attitudine di quella “manciata di tasti” (citando Fats Waller) a toccare ascoltatori che non necessariamente si considerano un pubblico jazz sembra rappresentare l’essenza (secondo le note di copertina) dell’abituale attrattiva del piano-trio nei confronti di una vasta audience (generalista o di settore che sia).
Nel più caso specifico in oggetto, sembrerebbe che le morfologie del giovane combo, ed in particolare della regia pianistica di Yves Theiler facciano i conti, e non poco, con una certa scuola di fusion contemporanea, non potendosi disconoscerne le affinità con il già capitale Esbjörn Svensson Trio, il cui ingombrante modello, ad oltre dieci anni dalla precoce scomparsa del grande fuoriclasse svedese, ha ispirato e spronato epigoni contemporanei e successori a riprenderne tracce ed traiettorie, fatti salvi diritto e ragioni per smarcarsene ascendendo verso standard qualitativi più personali ed indipendenti.
Di tanto abusato (ed in parte frainteso) riferimento, ad un primo approccio di questi sembra riprendere le limpide soluzioni rockeggianti ed uno smaltato senso del colore, oltre ad una certa scultorea edificazione del soundscape, ma tutto ciò alla fin fine non sembra rendere piena giustizia al dinamico pianista da Zurigo, non disponendosi adeguata libertà per l’orecchio nel dare valutazione a quanto speso entro un album denso d’energie e fitto d’impegno partecipativo.
Notevole la plastica di entrambe le mani pianistiche, il frizzante solismo della destra integrandosi con le nervose armonizzazioni della sinistra, conformate dalla ritmica ribattuta di un drumming versatile con cui intesse un interplay parallelo a quello imbastito con le plastiche esternazioni delle corde basse; la frenetica inventiva del trio non sembra operare lungo certe soluzioni “modulari” come espresso da certi confratelli dell’arena dello Swiss-jazz particolarmente nella costruzione ritmico-melodica (Ronin, i disciolti Plaistow etc), guardando complessivamente più ai dinamismi della tipologia di modello citata in apertura.
Autore di tutte le sette tracce, di media estensione per un programma di piano-trio, Yves Theiler risalta adeguatamente assecondato dalle piene e funzionali sintonie della plastica sezione ritmica: declinando un’identità da musicista mobile tra l’area di sicurezza e la zona-pericolo della trovata spettacolare, diremmo che nei fatti ne tragga vantaggio più la prima, potendo ricondurre il complessivo bilancio del programma a vedute audaci e brillanti ma nel complesso ortodosse.
La sequenza di WE traccia comunque della musicalità dei Nostri una sintesi compatta, e si può loro abbonare adeguato credito in termini di vitalità creativa, così come di aderenza ad almeno una delle note programmatiche: «Quando la musica possiede energia, chiarezza ed onestà il pubblico sarà con te!»
Link di riferimento
Sito web: www.yvestheiler.com
teaser video: youtube.com/watch?v=3m7y4xh2z_U
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