Nick Sanders Trio – Playtime 2050

Nick Sanders Trio - Playtime 2050

Sunnyside Records – 2019




Nick Sanders: piano

Henry Fraser: contrabbasso

Connor Baker: batteria





Il giovane pianista Nick Sanders presenta il suo terzo progetto in casa Sunnyside Records sempre in compagnia del suo fidato trio: Henry Fraser al contrabbasso e Connor Baker alla batteria.


Un album dotato di forza, coraggio e di una sana dose di sperimentazione. L’influsso monkiano dell’album è notevole. Il giovane Sanders ha trovato in Fred Hersch il suo mentore che, oltre ad aver prodotto i due album precedenti, lo ha avuto anche come allievo al New England Conservatory di Boston.


È forse il progetto più maturo del pianista di New Orleans nel quale gli influssi già presenti “in potenza” nei precedenti progetti si manifestano con maggiore originalità. Se Thelonious Monk sembra apparire in filigrana in molti brani anche la presenza di un altro pianista, ahimè dimenticato da molti, Herbie Nichols, fa sentire il suo influsso.


Still Considering, una ballata intimista e sobria, quasi una piccola storia da raccontare, si apre sulle morbide spazzole della batteria che ne determinano i confini.


Seguendo la lezione evansiana, piano, contrabbasso e batteria dialogano pariteticamente.


The Number 3, possiede una struttura particolare, il chorus viene ripetuto inizialmente un paio di volte e successivamente si apre l’improvvisazione in cui è la batteria a tenere le fila e contrabbasso e piano si muovono dialogando.


Liberando contrabbasso e batteria dai loro compiti ritmici il piano crea una particolare affinità con Fraser, muovendosi principalmente sul registro medio, il contrabbasso si muove su quello grave ma non disdegna di avventurarsi in altri registri, tutto ciò crea un’ambiguità emotiva particolare.


It’s Like This ne è un esempio, il contrabbasso si muove spinto dalla batteria costruendo un polifonia nuova all’assolo del piano e non semplicemente accompagnandolo.


Manic maniac è brano veloce, apparentemente sgangherato, caratterizzato dalla volontà di muoversi insieme effettuando poche variazioni sul tema.


Prepared for the Blues è un blues accattivante con il tema che ricorda Bill Evans caratterizzato dagli accordi sospesi.


Playtime pare uscito dalla penna di Monk con un chorus sghembo e dalle coordinate sognanti.


Nessuna traccia supera i cinque minuti, alquanto curioso per un album jazz: Sanders gioca a carte scoperte, la sua idea di musica prevede una forte intesa con i suoi compagni, il trio diventa un’entità unica che riesce ad esprimersi entro tempi concisi giungendo velocemente ad esporre le proprie idee.


Sicuramente il progetto più maturo del giovane artista americano.


Curiosa la copertina dell’artista americano Leah Saulnier che raffigura una inquietante ragazzina con treccine e la maschera a gas, in braccio un coniglietto di pezza anche lui con maschera: una cupa immagine quasi a presagire un futuro incerto.



Segui Nicola Barin su Twitter: @ImpulseJazz

Nick Sanders Trio – Playtime 2050

Nick Sanders Trio - Playtime 2050

Sunnyside Records – 2019




Nick Sanders: piano

Henry Fraser: contrabbasso

Connor Baker: batteria





Il giovane pianista Nick Sanders presenta il suo terzo progetto in casa Sunnyside Records sempre in compagnia del suo fidato trio: Henry Fraser al contrabbasso e Connor Baker alla batteria.


Un album dotato di forza, coraggio e di una sana dose di sperimentazione. L’influsso monkiano dell’album è notevole. Il giovane Sanders ha trovato in Fred Hersch il suo mentore che, oltre ad aver prodotto i due album precedenti, lo ha avuto anche come allievo al New England Conservatory di Boston.


È forse il progetto più maturo del pianista di New Orleans nel quale gli influssi già presenti “in potenza” nei precedenti progetti si manifestano con maggiore originalità. Se Thelonious Monk sembra apparire in filigrana in molti brani anche la presenza di un altro pianista, ahimè dimenticato da molti, Herbie Nichols, fa sentire il suo influsso.


Still Considering, una ballata intimista e sobria, quasi una piccola storia da raccontare, si apre sulle morbide spazzole della batteria che ne determinano i confini.


Seguendo la lezione evansiana, piano, contrabbasso e batteria dialogano pariteticamente.


The Number 3, possiede una struttura particolare, il chorus viene ripetuto inizialmente un paio di volte e successivamente si apre l’improvvisazione in cui è la batteria a tenere le fila e contrabbasso e piano si muovono dialogando.


Liberando contrabbasso e batteria dai loro compiti ritmici il piano crea una particolare affinità con Fraser, muovendosi principalmente sul registro medio, il contrabbasso si muove su quello grave ma non disdegna di avventurarsi in altri registri, tutto ciò crea un’ambiguità emotiva particolare.


It’s Like This ne è un esempio, il contrabbasso si muove spinto dalla batteria costruendo un polifonia nuova all’assolo del piano e non semplicemente accompagnandolo.


Manic maniac è brano veloce, apparentemente sgangherato, caratterizzato dalla volontà di muoversi insieme effettuando poche variazioni sul tema.


Prepared for the Blues è un blues accattivante con il tema che ricorda Bill Evans caratterizzato dagli accordi sospesi.


Playtime pare uscito dalla penna di Monk con un chorus sghembo e dalle coordinate sognanti.


Nessuna traccia supera i cinque minuti, alquanto curioso per un album jazz: Sanders gioca a carte scoperte, la sua idea di musica prevede una forte intesa con i suoi compagni, il trio diventa un’entità unica che riesce ad esprimersi entro tempi concisi giungendo velocemente ad esporre le proprie idee.


Sicuramente il progetto più maturo del giovane artista americano.


Curiosa la copertina dell’artista americano Leah Saulnier che raffigura una inquietante ragazzina con treccine e la maschera a gas, in braccio un coniglietto di pezza anche lui con maschera: una cupa immagine quasi a presagire un futuro incerto.



Segui Nicola Barin su Twitter: @ImpulseJazz