Alessandro Paternesi – Melodico

Alessandro Paternesi - Melodico

Pipo Music Records – 2018





Alessandro Paternesi: batteria

Simone La Maida: alto sax

Enrico Zanisi: pianoforte

Francesco Fiorenzani: chitarra

Gabriele Evangelista: contrabbasso







Alessandro Paternesi, a distanza di sei anni dall’uscita di “Dedicato”, torna con un’incisione del P.O.V quintet, modificato in una sola unità. Al posto del chitarrista Francesco Diodati è stato arruolato il pari strumento Francesco Fiorenzani. Gli altri giovani e competenti partners sono, come detto, tutti confermati. La musica conserva gli stilemi dell’album precedente, ribadendo la cifra stilistica del bandleader. Al batterista marchigiano piace comporre melodie senza parole. I temi, visti nel loro complesso, vanno a creare, così, una sorta di suite priva di titolo, se non quello suggerito da Paternesi nelle note di copertina: “le canzoni della buonanotte”. Nel precedente album il fil rouge era esplicitato, invece, nelle dediche ad artisti ben definiti, attuali o del passato, da Chopin a Brian Blade, da Dave Binney a Kenny Werner…


Le arie del cd si sviluppano nel dialogo fra due o tre voci, prendono strade coincidenti, si innestano in una tessitura ritmica e armonica delicata, tendente più verso il pop che verso il jazz. Al centro delle operazioni è Enrico Zanisi, con il suo arpeggio insistito, le aperture tematiche, l’incedere cadenzato. Le tastiere, di fatto, trainano in avanti l’idea motivica e favoriscono variazioni attinenti, all’interno di sequenze condotte a interscambio di parti fra la chitarra e il sassofono. Fiorenzani e La Maida, infatti, si annunciano con unisoni levigati per poi seguire piste che si intrecciano, si incontrano e si dividono in un percorso solistico circumnavigante attorno al cuore delle composizioni. Basso e batteria, per conto loro, accompagnano con la giusta misura, per mezzo di tocchi vellutati e non invasivi. A Gabriele Evangelista spetta, inoltre, qualche intervento da protagonista in cui esprime un impulso caldo e profondo sul suo contrabbasso. Paternesi, per contro, si sfoga, fino ad un certo punto, nell’ultima traccia riservata alla sola batteria, in cui percuote con discrezione, senza esagerare, le pelli dei suoi tamburi, ignorando praticamente, per scelta, i piatti.


Questo album, in conclusione, è un classico esempio di via melodica-italiana al jazz di oggi. I cinque musicisti del P.O.V. sono capaci di interpretare al meglio le indicazioni del bandleader e di aggiungerci del loro per rendere ancora più elegante e curata la proposta. L’unico limite dell’album si può rinvenire in qualche soluzione un po’ troppo gradevole, “piaciosa”, all’interno di un discorso svolto, comunque, per il resto, con abilità e classe.




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