María Grand Trio @ Selvello Jazz 2019

Foto: Nicola Malaguti










María Grand Trio @ Selvello Jazz 2019

Pozzolengo (BS), Studio Ritmo&Blu – 24.7.2019

María Grand: sassofono tenore, voce

Linda May Han Oh: contrabbasso

Savannah Harris: batteria

L’associazione culturale mantovana 4’33” non si ferma nemmeno durante la pausa estiva ed organizza un piccolo festival composto da due serate presso la corte Selvello che contiene lo studio di registrazione Ritmo&Blu di Stefano Castagna.


Dopo il primo appuntamento, il 27 giugno, con il duo composto dal pianista Stefano Battaglia e la cantante Camilla Battaglia, la rassegna si chiude con il trio della giovane María Grand.


La sassofonista di origine ginevrina ma ormai di casa a New York, ha al suo attivo 2 album e incredibili collaborazioni con alcuni dei più interessanti protagonisti della scena più creativa del jazz americano, solo per citarne alcuni: Nicole Mitchell, Steve Coleman, Vijay Iyer, Craig Taborn, Mary Halvorson, Jen Shyu, Aaron Parks, Fay Victor, Joel Ross.


Nella splendida barchessa della corte Selvello presenta in trio il suo secondo album Magdalena uscito per l’etichetta Biophilia Records.


Dopo l’esordio con l’EP Tetrawind, la giovane artista mantiene le promesse e dal vivo la sua musica possiede un magia pura. Si parte con Hope e TI: Isis che vengono proposte senza soluzione di continuità. La voce algida e riflessiva introduce il brano e il contrabbasso segue con attenzione. Il timbro del sassofono è molto cool jazz ma non l’approccio e le soluzioni armoniche e melodiche che guardano all’avant-jazz più spinto. Il fraseggio è fluido e delicato a momenti ma sa anche essere spigoloso (TII: Maria) in cui viene sostenuta dal suono rotondo e potente di Linda May Han Oh che libera la batterista dalla scansione ritmica e le permette di muoversi con scioltezza promuovendo dei continui poliritmi e lavorando su accenti e punteggiature.


In West segnaliamo il complesso assolo di contrabbasso, l’accompagnamento funky della batteria e l’assolo molto veloce e complesso nel suo insieme.


Fundamental, brano inedito, si apre con Linda May Han Oh all’archetto e la Grand che canta: bastano pochi minuti e siamo già catapultati in una traccia veloce ed enigmatica in cui il sassofono esplora con arguzia le immense possibilità dello strumento. C’è un forte interplay che si manifesta con momenti di accese improvvisazioni.


Now Take your Day, brano lunghissimo, si apre con le stranianti armonizzazioni vocali delle tre musiciste e offre la possibilità di ascoltare le improvvisazioni più lunghe e articolate.


Il concerto si conclude con il brano Figit Time del batterista Doug Hammond, contenuto nell’album The Razor’s Edge di Dave Holland. Traccia brevissima: il contrabbasso si lancia immediatamente in un accompagnamento formidabile, la Harris scatena tutta la sua furia scaldando gli animi e la Grand sfoggia prodigiosamente il suo eloquio nervoso e concitato: un piccolo divertissement giocoso.


Una serata splendida alla scoperta di un’artista dotata di non comuni doti compositive e dalla sapiente maestria strumentale.




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