Arashi – Jikan

Arashi - Jikan

PNL 045 – 2019



Akira Sakata: sax alto, clarinetto, voce

Johan Berthling: contrabbasso

Paal Nilssen-Love: batteria, percussioni






Sarebbe forte la tentazione (e non poca l’opportunità) di sorvolare con stringata sintesi sulle sovrabbondanti proposte discografiche del batterista e producer Paal Nilssen-Love e della relativa label PNL, fucina di spericolate sortite dell’Euro-free comunque non confinate al vecchio Continente, stante la già corposa inclusione di personalità di entrambi i poli americani così come d’estremo Oriente.


Ne contiamo una nutrita serie di proposte su CD già nel corrente biennio, e tra queste riteniamo di soffermarci su una formazione già rodata nelle esperienze discografiche Arashi e Semikujira (edite da Trost Records), una formula-trio fortemente connotata e persistente come c’è da attendersi nei propri tratti miltanti.


Influente l’apporto stilistico del solista d‘ance e performer della voce Akira Sakata, nativo della flagellata Hiroshima, titolare di una personale discografia fitta e di pieno rispetto, sorta di punta entro una terna di agguerriti solisti le cui sortite al sax recano (anche) asperità barbieriane o tensioni ayleriane, ma di tempra individuale e comunque segnate da una personale virulenza che ne attesta piena cittadinanza entro l’idioma free trans-generazionale.


Programma segnato nei titoli dalla nipponica identità del suddetto, l’iniziale Saitaro-bushi Arashi si caratterizza per una tesa impostazione teatrante, segnata dalla gutturale e drammatica espressione vocale di Sakata, con centellinati quanto aspri intereventi della controparte ritmica; netta deflagrazione d’energie nella successiva, eponima Jikan, che lascia apprezzare la sottile strutturazione dell’idioma sassofonistico, pronto a dispiegarsi verso più laceranti e veementi espressioni, di concerto con l’implacabile tappeto percussivo di Paal Nilssen-Love e le fitte e schermanti tessiture delle corde basse di Johan Berthling.


Esordio concentrato e di vigorosa meditazione d’ancia nella seguente Yamanoue-no-Okura, passaggio di maggior estensione della raccolta, amministrato con strutturata progressione in un clima belligerante ma non ostativo alla fruizione delle scultoree personalità degli animatori delle forze ritmiche di sostegno e complemento figurativo.


Clima d’ulteriore mood nelle strutturate sottigliezze della conclusiva Tsuioku (Remembrance), segnata da una raccolta confessione del clarinetto, sostenuta da un più fitto e vigoroso tappeto intessuto da guizzanti esternazioni di percussioni e contrabbasso, a completamento di un album che evidentemente spicca entro la citata produzione almeno per il carattere efficacemente alterno dei contenuti e per il convincente portato delle valenze di rivolta concettualmente e idiomaticamente propri della anti-forma free, che il trio incarna nella sapienza rappresentativa e nelle coerenti tensioni espressive.



Link di riferimento:

Sito web: www.paalnilssen-love.com




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