Clean Feed – CF458CD – 2018
Susana Santos Silva: tromba, campane, fischietti
Fertile passaggio temporale il presente, per la giovanissima ma quasi inesauribile portabandiera lusitana dell’Euro-free, che non lèsina sul piano delle partecipazioni live – e di queste è apparsa particolarmente rimarchevole una solitaria esperienza recentemente ripresa presso il Panteão Nacional (coincidente con la chiesa di Santa Engrácia, presso l’Alfama di Lisbona).
Parlando di firme al femminile, avevamo già rimarcato analogie con l’individuale avventura condotta con affini spirito e morfologie dall’omologa strumentale Hilde Marie Holsen nel solistico Lazuli, oltre ad apparentamenti d’insieme con la composita mistica del diversamente sfaccettato Arve Henriksen; ma se in particolare si vorrà porre a fuoco la dichiarata interazione solista-ambiente, l’esperienza non è poi esclusiva o del tutto nuova, potendo ricordare un affine passaggio dell’accordionista avant-garde Frode Haltli “in dialogo” con la risonante, museale sala Vigeland di Oslo (nel recente album live Vagabonde Blue).
Così, l’espressione solistica di Santos Silva, usualmente circolare e ronzante, qui si configura in linearità d’afflato trascendente, incorporando determinanti alonature appunto dalla “reattiva” area performante; i risonanti spazi curvi del Pantheon magnificano le note d’ottone in guisa di volute d’incenso trasmutanti verso figurazioni luminose, e la contemplazione della Luce apparrebbe la più verosimile dominante ispirativa del solo-concert.
La solista conduce il proprio auditorio lungo una profonda e a tratti abissale esplorazione del sé, imponendosi con naturalezza un clima ecclesiale, avvalorato anche dalla metallescente scintillazione di campane ad un quarto della durata della performance, assai concentrata ma pressoché mai arrischiata in termine di soluzioni formali, movimentandosi nelle ondulatorie increspature del teso finale, guadagnando declamatoria potenza fino alla dissoluzione della vibrazione, che spegne eco e riverberi della potente interazione sonora.
Ispirata e veggente, la fraseologia meta-jazz (di fatto, ai limiti dell’ineffabilità idiomatica) di Santos Silva esita in un esperienziale e catturante programma, del cui flusso espressivo appare vano disconoscere le implicazioni metafisiche, espresse lungo una primordialità antifonale di profonda tempra evocativa.
Link di riferimento:
Pagina web: susanasantossilva.com
Pagina Spotify: open.spotify.com/album/26G9ASMT8Ya9Lxz82nH9vA
Video: www.youtube.com/watch?v=aJ7Vala17EY
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