Hubro Music – Hubro CD2607 / LP3607 – 2019
Nils Økland: hardanger, violino
Per Steinar Lie: chitarra elettrica
Ørjan Haaland: batteria
Sarà stato tenuto ben presente, nel contesto delle uscite del momento, l’esordio del presente trio, debuttato nel 2015 per ECM per traghettare ora su Hubro, label-contenitore evidentemente assai più adeguata non soltanto a garantire libertà espressiva quanto di capacità ben maggiore nel rappresentare l’impressionante vastità repertoriale espressa dalle sperimentazioni tra i fiordi.
Avvezzi ormai a un po’ di tutto in termini di combinazione strumentale e incontri stilistici, poteva comunque generare qualche perplessità di primo acchitto l’inedita convivenza tra la serrata matrice rockeggiante di due elementi con le gracili ed anticate risonanze del tradizionale violino Hardanger; fatto salvo il catturante esito dell’album d’esordio, l’omonimo Lumen Drones, l’ormai rodata formazione s’affranca dal sospetto dell’azzardo e dell’improbabilità di miscela.
Più volte ospitato dalla band The Low Frequency In Stereo, che ha tra i suoi animatori appunto Lie e Haarland, il veterano Nils Økland, come più volte esplicitato nella ricchezza di sound delle proprie band e nei fertili esiti delle eterogenee collaborazioni, si conferma maestro di versatilità e dinamismo, con poca soggezione, ancor meno disagio nel combinare la sottile e calda timbrica del tradizionale violino con le brucianti volute della chitarra elettrica e a sostenere gli impeti propulsivi dell’animosa batteria, disponendosi ad implementare il dichiarato carattere “psychedelic drone” della band.
Il blasonato violinismo e le serrate vedute neo-rock del tandem elettroacustico sono portatori di letterature dai segni distanti ma evidentemente non reciprocamente chiusi, rendendosi nuovamente funzionali allo sviluppo di brani dall’alterno carattere, che non negano spazio alla poetica arcaicità dello Hardanger, come nell’introduttiva Inngang, la flottante Gorrlaus slått, la crepuscolare Speil, la suggestiva e pulsante Under djupet; il sound guadagna speciale plasticità nell’eponima Umbra per concedersi catartica densità elettroacustica nei brani più segnatamente rockeggianti, tali Droneslag o la strutturata e “psych” Avalanche in A minor.
Il violino acustico non rinuncia alla propria identità né la trasfigura (tornando a considerare quanto lo strumento a quattro corde ed arco abbia contribuito ad innestare colore e vigorìe nelle performance rock dell’epoca d’oro del filone), non palesando osticità di dialogo con la punta strumentale elettrica, disponendosi sul sostegno della batteria, le cui oscure trame ritmiche apportano non poca tribalità, e i tre titolati alfieri dell’estensivo filone consolidano le sperimentazioni sui propri materiali, gestendone gli instabili equilibri ritmici e timbrici, riuscendo persuasivi nello spendere in termini figurativi la propria originale amalgama strumentale.
Link di riferimento:
Video Teaser: youtube.com/watch?v=0C-fR_ylNKY
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