Ingrid Laubrock & Aki Takase – Kasumi

Ingrid Laubrock & Aki Takase - Kasumi

Intakt Records – CD 337 – 2019



Ingrid laubrock: sax tenore, sax soprano

Aki Takase: pianoforte





Background distinti, carriere (relativamente) parallele, esiti convergenti sul comune terreno della libera forma: per la pianista nativa di Osaka ed esordita trentenne sulla scena europea, per la sassofonista originaria della Westfalia e migrata alla volta di Londra, quindi di successivo radicamento a New York la maturità sembra esser stata conseguita con lo sfasamento di circa una generazione, ma quanto fattivamente realizzato entro le rispettive, indipendenti traiettorie non osta adesso ad un cimento su un piano di parità.


Kasumi perviene peraltro in coda ad una fertilissima rappresentazione discografica (soltanto in casa Intakt la somma di presenze delle due musiciste conta quasi trenta incisioni), con garante apprezzamento da parte della decana pianista verso la cadetta sassofonista, che definisce «dotata interprete con grandissima tecnica, molto creativa, di cui è apprezzabile soprattutto l’attitudine motivazionale nel far musica.»


Dopo un primo incontro concertistico nella sostanza informale presso il jazz club berlinese A-Trane, ed ulteriori performance nell’ormai tradizionale Intakt Festival presso il londinese Vortex, le due musiciste convennero di fissare presso gli elvetici Hartstudios di Winterthur quanto appreso nel corso delle precedenti conversazioni in musica, con l’intento di condurre la comune creatività verso livelli ulteriori.


Il programma alterna pagine scritte a passaggi eminentemente improvvisativi, con impegno autoriale diviso tra le due nelle quattordici tracce dell’album, strutturate con tali modalità da porre all’ascoltatore la sfida aggiuntiva di discernere tra le due componenti; il dialogo tra le due distinte ma chiaramente assortite personalità tocca picchi di non poca intensità comunicativa e strutturale, potendosi in parte concordare con quanto suggestivamente proposto dalla note di copertina, ossia di (ri)vivere nel corso della sequenza un’immaginaria dualità tra più che affini spiriti tali Thelonious Monk e Steve Lacy, scaglionati anch’essi da (circa) un salto generazionale, connessi da una conoscenza personale ma nei fatti legati da un rapporto mentore-ispiratore e fedele seguace, realtà affatto differente nel caso delle due affermante consorelle, che apportano piuttosto un “refreshing” stilistico su tale analogia, solo in parte legittima in considerazione di come i risultanti materiali si sviluppino anche e soprattutto verso più personali ed estesi orizzonti, in libertà rispetto a putativi riferimenti.


Se questi ultimi posso esser ravvisati in passaggi quali la spiritata Harlekin, differenti sono i segni della serrata effervescenza free di Scurry o Carving Water, o le fascinose destrutturazioni in Density e One Trick Paper.


Ancora, alterni caratteri d’impressionistica concentrazione (Sunken Forest o Win Some, Lose Track), la swingante e quasi irriverente Dark Clouds, in un bilancio di materiali, meno pervasi dalla cerebralità di quanto attendibile, come esemplificato da Chimera, ove la cantabilità del pianoforte sostiene l’angolosa poetica del soprano, come nella conclusiva Luftspiegelung.


Le rigorose quadrature ritmiche, lo squillante pianismo dalle perigliose geometrie di Takase, il frenetico cesello d’ancia soprano e la (meno rappresentata) tenorile veemenza di Laubrock sono tra le risorse rappresentative di due differenti talenti che pongono i personali mondi al servizio di un ulteriore modo d’intendere e vivere il dialogo sax-pianoforte; già forte di precedenti, suggestive incarnazioni, una probabilmente “non classica” ma comunque suggestiva combinazione strumentale in jazz, sintatticamente essenziale ma non per ciò parca di potenziale espressivo e di inventiva esplorazione.




Link di riferimento:

Sito web: ingridlaubrock.com

Sito web: akitakase.de




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