Dodicilune Dischi – Ed403 DVD – 2018
Alvin Curran: pianoforte, Shofar, computer
Giancarlo Schiaffini: trombone
Alipio Carvalho Neto: sassofono, fischietti, percussioni
Sergio Armaroli: vibrafono, tam-tam, piattini, gong
con:
Marcello Testa: contrabbasso
Nicola Stranieri: batteria
Avendo recentemente (e favorevolmente) riscontrato la pubblicazione di materiali dal Fakebook del pensatore avant-garde Alvin Curran, poteva generare qualche perplessità una sua ripetizione discografica, peraltro con veste grafica quasi identica, non fosse che trattasi di una realizzazione su supporto video, inerente al concerto di presentazione del già considerato lavoro.
Di questo si mantiene la medesima line-up, comprendente personalità coprenti almeno due generazioni e assortite visioni dell’avanguardia: ormai consolidato il profilo del trombonista e didatta Giancarlo Schiaffini, noto l’operoso profilo di ricerca del vibrafonista e percussionista Sergio Armaroli, adeguata l’inclusione dell’apporto etnico del musicologo e performer brasiliano Alipio Carvalho Neto, al servizio della resa scenica di una selezione ristretta dell’eterogenea raccolta del Fakebook, “candida autobiografia sonora” di Alvin Curran, quaderno privato di appunti musicali da questi redatto ed aggiornato in oltre cinque decadi.
Integrata dalla sezione ritmica di due nostrani strumentisti, l’allestimento presso il milanese Teatro Out Off, di pluridecennale impegno nella scena sperimentale (gratificato dalla presenza in veste di uditore del compositore Michael Nyman), non è che una resa ulteriormente parziale dell’enorme catalogo di appunti (e spunti) curraniani e, nei rispetti del precedente gemello discografico, più che da completamento funge da più fruibile estensione mediatica entro una proposta concertistica inevitabilmente ristretta rispetto ai materiali di partenza, di cui comunque restituisce lo spirito, qui più adeguatamente abbordabile grazie alla più coinvolgente ripresa audio-video.
Come c’è da attendersi, nella libera progressione del programma non mancano riferimenti formali all’avant-garde storica e vi s’incorporano materiali d’identificabile (anzi piuttosto canonica) natura jazz, sia pur trattata con approccio nostalgico e non poco gigionesco, e senza avvertibili ansie programmatiche i materiali esplicitano le funzionali intese dell’ensemble, anzi più particolarmente il senso di una “fratellanza musicale”, che si riterrebbe requisito minimo nell’espressione artistica in collettivo (ma non sempre espressa nella realtà delle cose) e che qui s’incarna con modalità schiette ed alquanto tangibili.
Tuttora rara, la modalità rappresentativa audiovisiva implementa il grado di partecipazione all’evento musicale, che guadagna fruibilità importante conferendo corpo e consistente dimensione testimoniale ad un filone espressivo non adeguatamente servito da condivisione mediatica. Da conoscere.
Link di riferimento:
Sito Web: www.alvincurran.com
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