Tommaso Perazzo Trio – What’s coming next

Tommaso Perazzo Trio - What's coming next

Musicamdo Jazz – PIMU 005 – 2019





Tommaso Perazzo: pianoforte

Kimon Karoutzos: contrabbasso

Marcello Cardillo: batteria





L’esibizione di Tommaso Perazzo al Premio Internazionale Massimo Urbani 2018 aveva convinto immediatamente per la solidità con cui univa le doti tecniche con le capacità di interpretazione, tanto da vincere il Concorso generale e raccogliere più di un premio a fine rassegna. Una personalità musicale spigliata, un musicista in grado di maneggiare il materiale della tradizione e dialogare con gli altri musicisti: doti messe in risalto sia nell’esecuzione dei brani per il concorso insieme alla ritmica formata da Massimo Moriconi Massimo Manzi, sia nel “concerto del vincitore” condotto in trio con Edoardo Petracci e Roberto Bisello e, infine, chiamato da Fabrizio Bosso, Rosario Giuliani e Ada Montellanico a suonare un paio di brani con loro nell’ultimo concerto del festival.


Le stesse qualità vengono messe in luce anche da What’s coming next, il disco in trio che celebra la vittoria nel premio e che viene pubblicato da Musicamdo Jazz, l’associazione che organizza ogni anno il festival a Camerino. Nelle nove tracce presenti nel disco ascoltiamo un pianista dal passo sicuro e in grado di tenere in equilibrio sensibilità e virtuosismo: Perazzo sviluppa con attenzione i brani, cercando di dare spazio a tutti gli elementi e trovando combinazioni efficaci tra i riferimenti ai grandi della storia del pianoforte jazz, da una parte, e l’inventiva e l’entusiasmo, dall’altra. L’approccio pieno al pianoforte di Tommaso Perazzo si sposa in maniera del tutto immediata con una formazione come il piano trio: l’essenzialità e la completezza di questo format consentono al leader di esplorare i diversi terreni espressivi e di mostrare all’ascoltatore le sue abilità sia nella dimensione più lirica e riflessiva che in quella più muscolare e impetuosa. Senza dimenticare la possibilità di intervenire sul suono dello strumento, toccando direttamente le corde per fermarne il movimento e ottenere alti effetti espressivi. La risposta di Kimon Karoutzos e Marcello Cardillo è sempre consistente e diventa uno stimolo per il pianista a cercare altre soluzioni e a sviscerare il materiale scritto: se Perazzo è senz’altro il protagonista del lavoro, lo può essere con tranquillità, grazie al costante supporto della ritmica.


Il disco, What’s coming next, ci mostra anche la vena compositiva del pianista: i sette brani firmati da Perazzo prendono le mosse sia dalle tradizioni del jazz che dai pianisti delle generazioni più recenti, come rivela ad esempio il brano Interlude… for E.S. dedicato ad Esbjorn Svensson. Anche in questa direzione, si conferma una visione aperta, rivolta a prendere elementi differenti per sintetizzarli in un linguaggio coerente: riferimenti al passato ed intenzioni personali si miscelano in maniera bilanciata e danno sostanza alle idee musicali del leader. Senza strafare o tentare rivoluzioni prive di fondamenta, Perazzo lascia trasparire la sua maturità espressiva – ancora da definire e affinare vista la giovane età – proprio nella capacità di accogliere materiali diversi per farli convivere tra loro in un approccio espressivo forte e sicuro dei propri mezzi senza diventare mai “massimalista” né rinchiudersi in sterili manierismi.




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