Finnish Jazz. Recensione. Central Playa

MP4 - Central Playa

Texicalli – Impala 010 – 2004




Mikko Pettinen: tromba, flicorno, flugabone, cabasa, voce

Tuomo Prattala: Fender Rhodes, sintetizzatori, organo Hammond, voce

Ville Huolman: contrabbasso, chitarra acustica, campane

Toni Porthen: batteria

Abdissa Assefa: percussioni

Pepa Paivinen: sax baritono, clarinetto basso

Manu Dunkel: sax tenore, sax soprano

Antti Rissanen: trombone


Intervista a Mikko Pettinen





Un percorso attraverso le esperienze e le influenze del jazz elettrico che combina il suono della tromba e il groove, energia e possibilità espressive di vario genere.


Nel corso delle dodici tracce di Central Playa entrano, in modo diverso e variamente approfondito, le esperienze elettriche del jazz. Sembrerà ovvio dirlo, ma il punto di partenza di questo percorso è costituito dai lavori elettrici di Miles Davis, soprattutto per quanto riguarda la scelta e la creazione dei suoni e le possibili combinazioni della voce della tromba con quella del Fender Rhodes. Una rielaborazione che passa attraverso il riscontro con l’evoluzione di un suono più europeo, in una storia più che decennale e nella quale hanno preso parte importante anche alcuni valenti trombettisti italiani; rielaborazione del suono che diventa un punto focale soprattutto per Mikko Pettinen e Tuomo Prattala, con l’ausilio di una gamma di effetti di matrice chitarristica. A questo il gruppo aggiunge una quantità di inserti ritmici più moderni o provenienti da altri generi musicali: drum’n’bass, acid jazz e fusion, da una parte, dall’altra swing, bossa, qualche spunto che rimanda al rock. Questa teoria di influenze e richiami, che potrebbe anche essere più lunga e dettagliata, serve a Mikko Pettinen e ai suoi MP4 per esprimere un suono e una scrittura che sintetizzano i vari elementi in una visione personale, lavorando con costanza sull’aderenza tra suoni, ritmi e motivazioni della scrittura.


Il gruppo impone alla maggior parte delle esecuzioni, sia nei brani lenti che in quelli più ritmicamente sostenuti, un notevole piglio e questo è il tratto che riesce a dare al disco unità e spessore: una sezione ritmica potente e capace allo stesso tempo di cogliere e descrivere le improvvisazioni più delicate del Fender e dell’Hammond e le esplosioni della tromba, come in Snark!, capace di far crescere e sviluppare brani dall’andamento più pacato senza strappi, anzi, aggiungendo possibilità espressive nei vari passaggi. All’energia del gruppo si aggiunge anche l’ausilio di una sezione fiati a dare ulteriore profondità al groove di The Hedgehog e agli accenti latineggianti di Gavia Arctica, la voce di Mikko Pettinen e Tuomo Prattala che cantano il tema di Central Playa.


Il filo conduttore di Central playa viene ad essere, perciò, una abile sintesi di influenze e richiami che dialoga con la storia musicale che ne ha scaturito le motivazioni, una sintesi che mescola e manipola gli spunti di partenza per riemergere con una propria personale visione. Ritmi diversi, swing e battute sul tempo, rock, drum’n’bass e ballate, una scrittura articolata verso la creazione di situazioni sonore sulle quali innestare temi e improvvisazioni; una scorribanda musicale che si avvale dell’inserimento continuo e naturale di suoni e strumenti differenti, di effetti sulla tromba, sulle tastiere e sul basso, dell’intervento di ospiti, per avvicinare al meglio la propria voce al dettato della scrittura.