Caligola Records – Caligola 2282 – 2020
Andrea Paganetto: tromba
Maurizio Brunod: chitarra elettrica, live sampling
Aldo Mella: contrabbasso, basso elettrico
Daniele Paoletti: batteria
Mauro Negri: clarinetto
Antonio Marangolo: sax tenore
Nove, primo disco di Andrea Paganetto aveva suscitato giusti entusiasmi e lasciato intendere che ci sarebbe stato un seguito dalle architetture più solide e dagli interni meglio definiti. E così è stato. Liverno, suo secondo lavoro, è un disco che ci restituisce un Paganetto più maturo e sicuro dei sui mezzi, anche da punto di vista compositivo. Usa la melodia e le atmosfere temperate per meglio sviluppare le sue trame intense e ben intrecciate. Il blues come componente dominante e la creatività dei singoli come metodo sul quale costruire frammenti di suoni e spazi armonici. Così ecco che ci si trova davanti una lirica composizione come Rigel dove un solo intenso di sax di Marangolo prosegue l’intimista apertura di tromba di Paganetto. E poi fluida e sognante si staglia la chitarra di Brunod, poeta dell’impalpabile e dell’imprevisto. All’improvviso un groove dal sapore funky apre il “tarantinato” Snake River, sospinto dai palpiti del basso di Mella e dai tamburi di Paoletti. Pezzo fascinoso e metropolitano che sfocia nell’astratto e nebbioso Gennaio. Liverno si sviluppa immerso tra le scenografie create da Brunod con un Mella avvolgente, ispirato ed eccelso all’archetto, con Negri e Paganetto sinuosi ed intensi. The Cage rispolvera il fantasma di Ornette Coleman, un pezzo dalla forte connotazione timbrica, dove Paganetto dimostra di essere un trombettista capace di suonare qualsiasi genere di jazz con tecnica e facilità espressiva. In A Blues il trombettista mette in campo le sue capacità non solo tecniche ma anche interiori, li dove alberga il blues, quello che ti da forza ed espressività. Al resto ci pensano Brunod e Mella con due soli che fanno spavento per quanto sono splendidi nella loro circoscritta dimensione temporale. Sicuramente brano top del disco! Liverno si chiude con il corale L’uomo con la maglia a scacchi. Qui Paganetto sfodera un timbro d’alta scuola spalleggiato dal suono originale e unico del clarinetto di Mauro Negri. Consigliato!!!
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