Finnish Jazz. Recensione. A Grand Day Out

Jouni Jarvela Group - A Grand Day Out

JJMCD-07 – 2007




Jouni Järvelä: sax alto, sax soprano, C-melody saxophone

Samuli Mikkonen: pianoforte, sintetizzatori

Marzi Nyman: chitarra elettrica

Lasse Lindgren: basso eletrico e acustico

Audun Kleive: batteria


Intervista a Jouni Järvelä





Occorre dare un primo riferimento di ordine temporale e stilistico: Jouni Järvelä e il suo quintetto si muovono intorno alle esperienze della fusion e del jazz-rock degli anni ’70. Ovviamente, questa affermazione serve soltanto per stabilire un punto di partenza nella descrizione di A Grand Day Out: infatti, intenzioni personali e influenze successive, insieme alle tradizioni del jazz, della musica classica e della musica popolare finlandese vanno a completare il frastagliato spettro espressivo del gruppo.


Il primo ascolto di A Grand Day Out porta in modo immediato alla memoria i suoni del primo Pat Metheny Group, dei Weather Report, degli Stepsahead e, nei momenti più aggressivi, degli Uzeb o, addirittura, dei Rush. L’impianto della formazione e la forte coerenza dei suoni, insieme all’articolazione ampia dei brani, aiutano a inquadrare la formazione in quella dimensione stilistica. Ma, lasciando scorrere le tracce, andando a scoprire i risvolti ritmici e i raccordi di passaggio, emergono, passo dopo passo, le altre dinamiche che sostengono il percorso del gruppo. La chitarra, soprattutto gli accenti funky oppure i tagli acidi con cui spariglia spesso le situazioni, inserisce, poco alla volta, elementi sempre nuovi alla costruzione del lavoro. Il gusto europeo nelle improvvisazioni e uno sguardo moderno al mondo romantico, una visione che unisce, cioé, la costruzione ampia di stampo classico con le necessità ritmiche, completano la deriva del disco


A Grand Day Out rivela in questo modo la sua natura. Il gruppo mette in mostra una conduzione decisamente democratica e una forte visione melodica. Lo dimostra Tähtiyön kolme kysymystä, terzo traccia del lavoro; il brano si gioca sulle atmosfere sospese create dalle linee melodiche parallele dei cinque: le linee si intersecano, gli strumenti si fanno silenziosi oppure si ritrovano in incontri occasionali. Anche nelle composizioni più ritmate, lo Jouni Järvelä Group mantiene la disposizione orizzontale propria di una formazione sempre attenta a costruire in comune il proprio percorso sonoro ed è questo uno degli aspetti più intriganti del disco, la capacità e la tensione, cioé, verso una voce unica della formazione, voce espressa indipendentemente dallo strumento che guida la formazione in quel momento, una sorta di media sonora delle cinque voci.


L’avvicinarsi e il distanziarsi dalle ispirazioni di partenza, l’inserimento di elementi personali e differenti, la forte volontà di gruppo danno luogo a una visione prospettica molto particolare. Il richiamo al jazz elettrico mantiene di sicuro un posto rilevante nell’economia del disco, ma, insieme a questo, spunti diversi permettono ai cinque musicisti di inserire la propria personalità attraverso una scelta di soluzioni sonore sempre interessanti: dalle combinazioni dei sassofoni, delle tastiere e delle chitarre fino ad arrivare alle singole intuizioni di ciascun solista.


A Grand Day Out diventa perciò un lavoro molto personale grazie alla prospettiva estetica messa in opera da Jouni Järvelä e dai suoi musicisti: da una parte rende facile entrare e uscire dalle diverse dinamiche (rafforzare e dilatare i suoni, ad esempio); dall’altra, la costruzione di brani articolati necessita di una buona padronanza nei cambi di scena e avere sempre una nuova carta da giocare per dar vita a un passaggio diventa una ragione essenziale nello sviluppo del progetto.