Finnish Jazz. Recensione. Paa-Da-Pap

Mikko Innanen & Innkvisitio - Paa-Da-Pap

TUM Records – TUM CD 019 – 2008




Mikko Innanen: sax alto, sax soprano, sax baritono, percussioni, versi degli uccelli, flauto di pan per bambini, yak wakky

Timo Lassy: sax tenore, sax baritono, flauto, percussioni, voce

Seppo Kantonen: organo elettrico Philicorda, sintetizzatore, corno, voce

Joonas Riippa: batteria, percussioni, corno, glockenspiel



Intervista a Mikko Innanen





Due fiati, una tastiera e un batterista. A scatenare la prima curiosità su Paa-Da-Pap è la varietà di sonora e la combinazione degli elementi disposti sul terreno. In primo luogo, la gamma di strumenti utilizzati dai quattro aderisce in modo sempre preciso al disegno dei brani. La batteria dei sassofoni offre una miriade di possibilità: i suoni mutano anche all’interno dello stesso brano; le linee si accostano in unisono spregiudicati oppure si incrociano per costruire armonie; la visione evocativa di alcune improvvisazione si contrappone in modo operativo al supporto ritmico offerto dal baritono. In pratica Innanen e Lassy, oltre al ruolo solitamente riservato ai sassofoni, assolvono, dove possibile, anche ai compiti delle altre sezioni per garantire anche a Kantonen e Riippa la libertà di esprimersi ed essere protagonisti.


La sezione ritmica si appropria, senza mediazioni, degli spazi disponibili. In primo luogo con un ventaglio di suoni di notevole ampiezza, ma anche, e soprattutto, con le intenzioni e la presenza: un contraltare importante nella costruzione del lavoro e una possibilità espressiva da utilizzare in tutti i passaggi. L’interplay di Innkvisitio è evidente quanto profondo e questo permette a Innanen di essere libero di proporre brani articolati e frastagliati con la coscienza tranquilla, con la serena consapevolezza di una esecuzione precisa e di una resa in grado di mettere in luce tutti gli accenti voluti e di incatenare l’ascoltatore al proprio filo logico.


La mancanza del basso rappresenta un ponte tra gli aspetti sonori e la direzione musicale di Innkvisitio: i baritoni, la cassa della batteria e le tastiere supportano il ruolo; il guadagno per la formazione è in una libertà espressiva che permette di cambiare atmosfera e dimensione sonora, in maniera repentina. Il quartetto sottolinea immediatamente questa sua possibilità con la struttura dei due brani che aprono Paa-Da-Pap. Sia in Attac che in The Grey Adler Returns si mescolano con istantanea naturalezza swing e derive del rock progressive, jazz contemporaneo, improvvisazioni collettive e situazioni molto aperte, rarefatte e rumoristiche.


I suoni si rincorrono e permettono a Mikko Innanen di intrecciare idee e intersecare scenari. Paa-Da-Pap presenta una musica libera e non condizionata da schemi prefissati: l’improvvisazione è corale quanto strutturata in meccanismi visibili e riconoscibili all’ascolto; l’interesse per le distinzioni di genere si manifesta nell’intenzione, precisa e scanzonata, di inquisire tutte le direzioni e di scardinarne i presupposti per dare vita a una visione personale, una ricerca voluta con continuità e persistenza. Si passa così dalle atmosfere new-orleansiane e da cartone animato di The original Vasarankylä Stompers’ Reunion, inframmezzata da un assolo di Joonas Riippa, che unisce avanguardie e richiami circensi, alle battute finali di Berber, dove le ispirazioni arabeggianti vengono intessute attraverso un tempo dispari e uno spirito aggressivo.


La libertà, non condizionata, della scrittura e dell’architettura di Innanen si rivela un’arma vincente in tutti i brani: una miscela lucida di forme definite e ispirazioni aperte anima tutto il lavoro. In questo senso, la title track rende evidente il percorso del quartetto guidato da Innanen. La disposizione della formazione è orizzontale, tutti e quattro hanno in mente come struttura portante per lo sviluppo musicale il verso degli uccelli – Paa-Da-Pap, appunto – e si sostengono l’un l’altro nelle rispettive improvvisazioni, in una staffetta che vede ciascuno diventare protagonista e necessario supporto, in un quadro generale dall’ispirazione espressionista.


A dare ulteriori chiavi al quartetto ci sono il groove sempre brillante e una partecipazione intensa, la capacità di cogliere i riflessi e le conseguenze di ogni accento sonoro e la possibilità di mettere al servizio della musica un bagaglio improvvisativo ampio e solido. Il disco, registrato dal vivo in una serie di concerti nella primavera del 2006, rende palesi – con urgenza, se si vuole – le necessità e le relative soluzioni di una formazione dall’attitudine versatile: Mikko Innanen & Innkvisitio uniscono ricerca sulle improvvisazioni e la conoscenza delle radici in una lettura non solo intrigante, ma anche ricca di intuizioni da sfruttare e da sviluppare.