Parco della Musica Records – MPR120CD – 2021
Adalberto Ferrari: clarinetto soprano, clarinetto basso
Gianluigi Trovesi: clarinetto contralto, piccolo
Andrea Ferrari: clarinetto basso
L’incontro fra i fratelli Ferrari e Gianluigi Trovesi era nell’aria da tempo, non solo per la comune area di appartenenza, la provincia di Bergamo, ma principalmente per una predilezione similare per la famiglia dei clarinetti e per un modo conforme di intendere il jazz e le musiche più o meno contigue. Dopo due dischi incisi in coppia sotto la denominazione di “Novotono”, i due Ferrari ospitano, cioè, in questo album, uno dei maggiori clarinettisti italiani, conosciuto e apprezzato in tutta Europa, sulla breccia dagli anni sessanta e con una serie impressionante di collaborazioni eccellenti alle spalle.
Il repertorio scelto è a firma di tutti e tre i componenti del gruppo e contiene una proposta che ha radici lunghe e ben ramificate nelle arie popolari, ma è gestita da tre personalità di cultura ed esperienza ad ampio raggio. Così ritroviamo, dal punto di vista timbrico, accanto ad esecuzioni del tutto ortodosse, con le note “giuste e corrette”, incursioni nei suoni irregolari, o addirittura nel semplice soffio, un refolo di vento che anticipa uno sviluppo successivo del tutto conseguente. In certi momenti fanno capolino, poi, sequenze atonali, sprovviste di articolazione armonica. Il trio possiede, infatti, tutti i linguaggi disponibili sullo strumento di ebano, e li sfodera con un virtuosismo caldo a servizio completo dell’idea compositiva. In più ai tre piace inoltrarsi in ambienti liberi da forme definite, dove si muovono perfettamente a loro agio. Colpisce, ancora, in molti brani, la spinta propulsiva, assicurata principalmente dai due clarinetti bassi. Su questa base fortemente connotata ritmicamente possono caracollare i solisti di turno, al contralto, al soprano o al piccolo in mi bemolle in un tourbillon di scambi di rara incisività. In due pezzi in particolare, Melodie per un burattino di legno e Di piccole cose, il trio si prende una pausa, in un certo senso, dalle scabrosità precedenti, e si impegna su un tempo moderato, su atmosfere levigate, abbandonandosi al canto, adeguatamente sostenuto da un contrappunto fluido e aggraziato.
“Interwined roots” è un vero tripudio per i clarinetti, ma non solo, è un disco che racchiude una musica legata al nostro patrimonio folkloristico e colto, rielaborata con perizia da un trio di specialisti dello strumento, valenti compositori e geniali improvvisatori.
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