Caligola Records – Caligola 2293 – 2021
Emanuele Sartoris: pianoforte
Daniele Di Bonaventura: bandoneon
Emanuele Sartoris, dopo aver inciso in duo con il bassista Marco Bellafiore e con il collega di strumento Massimiliano Gènod, questa volta si impegna in un progetto assieme a Daniele Di Bonaventura, uno dei maggiori specialisti del bandoneon, non solo in Italia. I duetti, evidentemente, sono fonte di ispirazione per il musicista torinese. I Notturni costituiscono il terreno di incontro, il tema unificante, scelto per costruire un dialogo fra il pianoforte e il mantice. Si comincia e si conclude con riprese, opportunamente trattate, di famosissime arie di Chopin. In mezzo si trovano sei brani originali firmati da Sartoris e uno da Di Bonaventura. La musica del cd si snoda sul filo del romanticismo, di norma, con il pianoforte che espone i motivi, li adorna di variazioni sfarzose, ma non enfatiche. Il bandoneon si inserisce in questa tessitura spostando un po’ lateralmente l’asse portante della proposta, introducendo elementi del tango, del blues, di un folklore universale, non proprio letterali, piuttosto essenzializzati, nello spirito, nell’indole. I due partners sono fondamentalmente degli improvvisatori e anche di fronte a brani strutturati in maniera abbastanza definita, trovano la maniera di elaborare deviazioni controllate dal percorso, imbastendo scambi jazzistici, cioè, nella sostanza prima che nella forma, all’interno di un discorso apparentemente inclinato verso climi di tipo classico. È inevitabile, comunque, che ognuno dei due porti il proprio vissuto culturale, all’interno di un colloquio aperto ad ampio raggio, in questo concept album. Teniamo conto, inoltre, che Di Bonaventura è pure un signor pianista e da qui può derivare anche la sua capacità di intuire in simultanea le intenzioni del compagno d’avventura in tutti i frangenti e di rispondere da par suo alle sollecitazioni che riceve.
Fra i nove brani del cd spicca in particolare L’aurora (quasi un intruso, se vogliamo). Il pezzo parte piano e cadenzato, con qualche inflessione arabeggiante. Poi si svela una melodia malinconica, su cui il duo lavora di fino per un certo tratto, calcando sui toni drammatici. Nell’ultima parte viene fuori un secondo tema solare, subito sopraffatto da una cascata di note del pianoforte, sino ad un finale rallentato, ancora su tinte scure.
“Notturni”, in conclusione, non è un puro esercizio di stile, tanto fumo e poco arrosto, ma un viaggio bene articolato su atmosfere ispirate dal fascino misterioso e dai colori della notte, influenzato dalle composizioni di Chopin, sì, non solo, però, e condotto a termine felicemente da una coppia di musicisti molto preparati, capaci di affrontare con il giusto equilibrio fra composizione e improvvisazione, la sfida con un repertorio complicato come questo.
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