Caligola Records – 2021
Dimitri Grechi Espinoza: sax alto
Roberto Cecchetto: chitarra elettrica
Stefano Onorati: pianoforte
Alessandro Fabbri: batteria
Caligola Records pubblica solo oggi questa registrazione risalente al 2004 e rimasta inedita, perciò, per diciassette anni. Il disco è attribuito in modo paritario ai quattro protagonisti dell’incisione, ma è indubbio che l’ispiratore, la mente del gruppo, sia il sassofonista Dimitri Grechi Espinoza. In quegli anni il musicista di origine russa si distingueva per l’attenzione nei riguardi di un jazz di ricerca, legato alle radici africane e forgiato sulla lezione dei maestri, anche del free storico o contemporaneo. “Are you standard?” si potrebbe ipotizzare, in un certo senso, come una sorta di vacanza, di stacco da una determinata produzione più connotata e spinta in avanti. In realtà, dopo un ascolto accurato delle sette tracce, si osserva che, pur avendo scelto un repertorio classico di standard, l’interpretazione del quartetto è svincolata dalle convenzioni e lontana dalla consuetudine. I temi affiorano, infatti, dopo introduzioni che sembrano voler portare altrove, e sono disegnati con pochi tratti, per coglierne la loro essenzialità. Ogni membro della band agisce con la massima libertà e inventiva per portare alla luce, dopo averli tenuti quasi in disparte, i motivi, con un passaggio dall’implicito all’esplicito svolto in progressione. Non sempre, poi, i quattro suonano tutti insieme. Si rilevano sequenze in duo, in trio, oltre a due pezzi appannaggio esclusivo del sassofonista, Solitude e In your solitude, un brano a firma dello stesso leader in pectore. In questo segmento, in particolare, Grechi Espinoza si esprime con un linguaggio cool o post cool, con un solismo privo di vibrato e una pronuncia pulita e ben delineata. Siamo all’anticipo di quanto in seguito sarà sviluppato nei dischi con Tito Mangialjo Rantzer nei due capitoli denominati “When we Forget”
“Are you standard?”, infine, ci permette di scoprire un punto di raccordo fra la produzione del sassofonista livornese precedente e quella successiva a questa incisione. Ci consente, inoltre, di comprendere come possano essere trattati ingegnosamente gli standard, se ad entrarci dentro sono musicisti capaci di sezionarli e di rielaborarli, secondo la loro sensibilità e il loro modo di intendere il jazz, mai accontentandosi di copiare pedissequamente i grandi modelli e di rileggerli in maniera stanca e ripetitiva.
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