Premio Internazionale Massimo Urbani 2022. Nel nome di Paolo Piangiarelli

Foto: Fabio Ciminiera










Premio Internazionale Massimo Urbani 2022. Nel nome di Paolo Piangiarelli

Camerino – 25/26.6.2022

«L’avanguardia è nei sentimenti» recita la frase stampata quest’anno sulle borse del Premio Internazionale Massimo Urbani. E il filo che unisce le tante emozioni della ventiseiesima edizione della rassegna si sviluppa sull’onda del rapporto tra il grande sassofonista cui è dedicato il premio e Paolo Piangiarelli, storico patron della Philology nonché organizzatore di storici concerti jazz nelle Marche, che ha ideato il premio negli anni novanta e che è scomparso durante lo scorso inverno.


Una frase declinabile secondo diverse prospettive, una frase che, in molte delle possibili letture, lega in maniera indissolubile la necessità di guardare in avanti verso il futuro e la passione con cui si affronta il linguaggio e la tradizione del jazz. Le personalità di due numi tutelari come Urbani e Piangiarelli diventano così il riferimento per i giovani talenti in gara, uno stimolo pulsante attraverso i dischi – incisi come musicista o pubblicati come produttore – e attraverso il rapporto con la storia del jazz vissuto dal primo con la voglia di scardinare e ricomporre i codici del jazz e dal secondo con l’attenzione rivolta alle esperienze vissute e portate in musica dai grandi maestri.


La traiettoria jazzistica di Paolo Piangiarelli è stata poi riproposta al pubblico dalla mostra di fotografie dii Carlo Pieroni: scatti che hanno ripercorso gli incontri più importanti vissuti da Piangiarelli con musicisti e addetti lavori in oltre cinquant’anni.


I dieci finalisti dell’edizione 2022 del premio hanno testimoniato un livello alto ed equilibrato. L’interpretazione di due standard della letteratura jazzistica rappresenta, come di consueto, il terreno di confronto per mettere in luce le capacità espressive e per manifestare i differenti approcci stilistici e le svariate maniere di declinare il rapporto tra tradizione e personalità, per misurarsi e dialogare con una ritmica di musicisti di sicura esperienza come è quella formata, appunto, Massimo Manzi, Gabriele Pesaresi e Massimiliano Rocchetta. Dieci concorrenti già solidi dal punto di vista strumentale, ognuno con il proprio grado di emancipazione dai modelli scelti, ognuno avviato, di conseguenza, verso lo sviluppo e la definizione dell’identità musicale.


E per dare una volta di più il senso della connessione tra i concorrenti e il Premio, tra i concorrenti e le figure che hanno ispirato e voluto la rassegna, possiamo portare come esempio il ritorno a Camerino di diversi vincitori e partecipanti delle passate edizioni. Un “fenomeno” riscontrato anche negli anni scorsi, un segno positivo dell’impatto emotivo e sentimentale provocato nei giovani musicisti dal confronto con una realtà importante, da quella che per molti è la prima occasione di suonare su un palcoscenico riconosciuto a livello nazionale, un palcoscenico intorno al quale incontrano musicisti e addetti ai lavori di rilevanza nazionale. Un ritorno che mette in luce anche i progressi compiuti dopo la vittoria del Premio, come abbiamo potuto ascoltare nel maturo piano solo di Tommaso Perazzo, vincitore nel 2018, o nel concerto tenuto in quartetto da Lorenzo Bisogno, vincitore lo scorso anno.


Per quanto riguarda le classifiche, l’edizione 2022 del Premio Internazionale Massimo Urbani è stata vinta da Antonio Ottaviano, sassofonista di diciannove anni di Venafro. Al secondo posto si è classificato Saverio Zura, chitarrista di 25 anni di Porto Torres, seguito da Matteo Paggi, trombonista della stessa età che vive e studia ad Amsterdam. Paggi ha vinto anche il premio della giuria critica e quello del pubblico. La cantante Lucia Filaci ha vinto il premio social; la borsa di studio per Nuoro Jazz è andata al diciassettenne sassofonista Alessandro Laura, mentre ad Ava Alami, cantante ventiquattrenne. è stata assegnata quella per la Fara Music Summer School.


Un’edizione importante quindi per il “Premio Urbani”. Musicamdo ha raccolto già da tempo il testimone da Paolo Piangiarelli e continua a sviluppare le potenzialità della rassegna attraverso un percorso articolato e una attenzione particolare al territorio. Un percorso che quest’anno si è ampliato con i concerti di Macerata Jazz Estate – un’anteprima del premio nel capoluogo marchigiano – e si è sviluppato anche con la crescita della Musicamdo Jazz Orchestra che si è esibita a Camerino con Stefano Bedetti come ospite il giorno prima della finale.



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