Foto: Gabriele Lugli
Joe Lovano & Marcin Wasilewski Trio @ Teatro Ristori
Verona, Teatro Ristori – 10.11.2022
Joe Lovano: sassofono tenore
Marcin Wasilewski: pianoforte
Slawomir Kurkiewicz : contrabbasso
Michal Miskiewicz: batteria
Terzo appuntamento per la stagione jazzistica del Teatro Ristori di Verona che vede Joe Lovano con il portentoso Marcin Wasilewski Trio, insieme portano sul palco l’album Arctiff Riff del 2020 per l’etichetta tedesca ECM Records. La rassegna continuerà con Il concerto di Avishai Cohen Quartet, Andrea Motis il 23 marzo, a seguire Uri Caine insieme al Lutos?awski Quartet, Fabrizio Bosso Quartet e, per festeggiare l’International Jazz Day, il 30 aprile GeGè Telesforo.
Il trio si infervora già con la bellissima traccia Vashkar di Carla Bley, contrabbasso e batteria si studiano, dialogano fitti e poi giunge il sassofono dal suono caldo e vigoroso di Lovano che introduce il chorus. La voglia di stravolgere i brani è una costante dell’intero concerto e l’intesa è palpabile e incisiva. L’interplay tra Lovano e il trio risente della frequentazione dell’album in studio. Wasilewski corre veloce sulla tastiera facendo apprezzare l’unicità di questo trio che, come ricordava il compianto trombettista Tomasz Stanko, «in the entire history of Polish jazz there was no group like this one».
Cadenza si caratterizza per una costruzione dall’andamento fluttuante con la batteria e il sassofono in evidenza. Glimmer of Hope riassume l’intero concerto, parte in sordina con il piano solo e si apre con le evoluzioni di Lovano dal timbro malinconico. L’assolo di piano unisce sobrietà e compostezza alla passione generata dall’improvvisazione. La telepatia del trio è palpabile con il contrabbasso che costruisce un ponte tra piano e batteria. Lovano si inserisce con la sua maestria e sicurezza. Il concerto si chiude con L’amour Fou, brano gioioso in cui la velocità di esecuzione va di pari passo con le infuocate improvvisazioni di Wasilewski.
Una bella prova che conferma la grande forma di questo stupendo piano trio a cui si aggiunge l’esperienza di un colosso del sassofono come Joe Lovano.
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