800a Records – 2022
Alessandro Presti: tromba, flicorno
Daniele Tittarelli: sax alto
Alessandro Lanzoni: piano, synth
Gabriele Evangelista: contrabbasso
Enrico Morello: batteria
Alessandro Presti, giovane trombettista e flicornista messinese, pubblica un secondo disco da leader a sei anni di distanza dal precendente “Halaesa”. Nell’album è per quattro quinti confermata la formazione dell’esordio, con l’eccezione del batterista Enrico Morello, che sostituisce Francesco Ciniglio. La musica del cd, invece, è parecchio cambiata, si è fatta più articolata e complessa. In “Halaesa” si ascoltava un modern mainstream con venature bop, energico e bene organizzato. Qui si compie un passo in avanti, presentando un progetto meno inquadrabile in un genere, dove contano soprattutto le composizioni e gli arrangiamenti. Il lavoro dei solisti si muove, infatti, su un tappeto mosso e discontinuo, in virtù del drummin’ di Enrico Morello, vero motore ritmico del quintetto, che sposta di volta in volta il baricentro dei brani, creando oscillazioni, instabilità e riequilibri. Al suo fianco Gabriele Evangelista costruisce un accompagnamento saltellante fra i tempi e i registri, puntellando, da par suo, le fondamenta della proposta comune e uscendo in efficaci assoli con il basso archettato, rivelando, in ogni frangente, una cavata sontuosa. Alessandro Lanzoni, da parte sua, focalizza e rilancia il dialogo della front-line di fiati, con un incedere pianistico classico, nella sostanza, infarcito, però, di blue notes, da jazzista autentico con seri studi accademici nel suo bagaglio artistico.
Alessandro Presti è dotato di un timbro nitido, di un suono corposo, privo di vibrato, sul flicorno. Sulla tromba forza un po’ di più sugli acuti, che raggiunge con irrisoria facilità. Su tutti e due gli strumenti rivela un fraseggio bilanciato e una ricchezza di accenti e di sfumature da musicista vero.
Daniele Tittarelli è un alter ego attendibile, capace di imbastire un contrappunto linguisticamente analogo con il trombettista, e di partire in assoli di grana fine, ricchi di contenuti.
“Intermezzo”, in definitiva, è un concept album, ispirato ad un viaggio nel centro del Mediterraneo, con puntate nell’isola di Pantelleria, condotto con sicura consapevolezza da un quintetto di valore, guidato da un band-leader sempre più convinto dei suoi mezzi e delle sue potenzialità, sia come compositore che come strumentista.
Segui Jazz Convention su Twitter: @jazzconvention