Fabio Anile: piano, sintetizzatori, percussioni
Salvo Lazzara: chitarra elettrica, chitarra a nove corde, rumori, soundscapes
Luca Pietropaoli: tromba, basso, drum programming
Filibusta Records – 2022
“Controra” è il disco d’esordio di ALP, un trio di polistrumentisti con esperienze eterogenee, dalla word music al rock, con qualche scappatella nel mondo del jazz, tanto per allargare il campo d’azione il più possibile. La musica del cd è caratterizzata da un involucro elettronico che avviluppa le melodie, instillate dalla chitarra e dalla tromba, le avvolge e le contiene. Questa nube spessa fa da sfondo e da cassa di risonanza, determinando ampiamente il suono complessivo del terzetto. Purtuttavia è l’aspetto tematico che viene fuori in maniera discreta, ma decisa, nelle otto tracce. Così si innervano vantaggiosamente melodie delicate in una cornice densa, inclusiva ma non esclusiva, prodotta dai sintetizzatori di Fabio Anile e dagli altri marchingegni utilizzati dai due partners. Proprio Fabio Anile è il principale motore di questo gruppo, per la sua azione tesa a disegnare scenari evocativi, fra echi e riverberi, pulviscolo elettronico e ribattute di frasi e sequenze minimali. Allorchè, invece,il tastierista siciliano siede al pianoforte, espone arpeggi soffici e invitanti, offrendo una sponda levigata alle elaborazioni impressionistiche esibite dai compagni di viaggio.
La chitarra di Salvo Lazzara distilla note, lascia decantare accordi, dialoga sul filo di una sensibilità attiva, presente, con il resto del trio. Quando Luca Pietropaoli (anche al basso e alla batteria elettronica), poi, interviene con la tromba, entriamo in atmosfere, pur meno sanguigne, che ricordano il Miles Davis di “Tutu”, o le proposte algide del norvegese Nils Peter Molvaer e dei suoi epigoni. In questi frangenti l’uso di note lunghe, raddoppiate, con un alone espansivo, suggeriscono il senso di un voluto allontanamento dalla realtà, per trasferirsi in una dimensione onirica fuori dal tempo. E il titolo “Controra” si riferisce specificatamente alle prime ore del pomeriggio, dove, particolarmente nel sud Italia, nell’apogeo dell’estate, ogni attività umana è praticamente impedita dalla calura che imperversa su paesi e città. Questa percezione di pausa forzata, di sospensione, come se l’orologio si arrestasse, si coglie nello sviluppo dell’album, dove sono banditi, o quasi, i tempi mossi, le accelerazioni. Tutto si muove a passo misurato, senza scossoni o sbandamenti.
Il trio ALP, con questo disco, dimostra di saper realizzare una timbrica ben definita, e di ricercare una via trasversale, oltre i generi, all’interno di un concept-album contraddistinto dalla rappresentazione di un momento particolare del giorno, con i giusti contrappesi, però, atti ad evitare la sempre possibile caduta in uno sterile e improvvido descrittivismo.
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