Claudio Cojaniz: pianoforte
Alessandro Turchet: contrabbasso
Luca Colussi: batteria
Luca Grizzo: percussioni
Caligola Records – 2022
Orfani di Cojaniz ci riporta direttamente nelle vene del jazz, quelle il cui sangue è fatto di blues, sana malinconia, Africa e spigolature monkiane. Come tutti i dischi del pianista, anche questo contiene delle forti suggestioni narrative, racconti che lui dipana al piano e che durante il loro sviluppo prendono nuove strade grazie all’improvvisazione. Il jazz di Cojaniz è avvolgente e trascinante dal punto di vista emotivo. Lo è già dal primo giro di Bozo, un dialogo ritmico tra la batteria di Grizzo e le percussioni di Coluzzi, legato dal contrabbasso e reso vivido dal pianoforte. Blues dans la nuit è una ballad profondamente malinconica che non da, paradossalmente, spazio alla tristezza ma infonde bellezza e sogno. Mokoba è carico di suggestioni africane tanto amate dal pianista friulano. E poi c’è Winter, un’altra ballad intrisa di blues, immaginiamo concepita con lo sguardo rivolto al mare o per lo meno verso un paesaggio che aspetta una nuova primavera. Turchet al contrabbasso dirige lo sguardo cercando di indirizzare la fantasia del pianista. Orphans, che dà il nome al disco, è un pezzo corale, di dialogo e nello stesso tempo riassuntivo della poetica jazzistica di Cojaniz. Orfani, disco pregevole e di forte caratura emotiva, si chiude con il notturno Fumoir e la struggente ballad Papaveri Gialli.Segui Flavio Caprera su Twitter: @flaviocaprera