Giancarlo Bianchetti: chitarra
Enzo Pietropaoli: basso
Alessandro Paternesi: batteria
Parco della Musica Records – 2023
Riot o rigirato Trio, o rivoltato Rito, non sono altro che tre significati, tre facce di uno stesso corpo o collettivo che vuol esprimere attraverso la musica un’urgenza legata a un mondo che non dà belle prospettive sia presenti che future. È un azione comune contro l’indifferenza e lo fanno attraverso l’arte che in questo caso ha le sembianze della musica. Il collettivo è formato da tre musicisti di spessore, Giancarlo Bianchetti, chitarrista duttile, versatile, creativo, tecnicamente dotato e fantasioso; Enzo Pietropaoli, contrabbassista di statura internazionale; e Alessandro Paternesi, batterista tra i più importanti del panorama jazz nostrano. I tre hanno preso in prestito nove brani di altrettanti artisti del panorama musicale mondiale e li hanno rimodulati per temi d’attualità, naturalmente mettendoci molto del loro. Chiaramente la chitarra di Bianchetti svolge la parte del leone, capace com’è di spaziare tra i generi conservando intatta quella sua vena lirica e intimista che lo caratterizza. Pietropaoli e Paternesi, oltre al ruolo ritmico, forniscono idee e creatività affiche il trittico sia un unico corpo sonoro.
Riot si apre con Beware Of Darkness di George Harrison. Pezzo struggente e d’effetto che cambia pelle lungo il corso della sua stesura. Il seguente Forse Qualcuno Domani di Gian Maria Testa è una sorta di preghiera sommessa a favore della diversità. Luka di Suzanne Vega riporta in luce la violenza domestica attraverso una versione improvvisata e rock di un successo mondiale di diversi anni fa. Il racconto di Riot continua con Stevie Wonder, Chico Buarque, Redemption Song di Bob Marley e si conclude con il messaggio universale di Mother Heart di Neil Young. Disco consigliato non solo per le idee che diffonde ma soprattutto per la qualità della musica interpretata e suonata.
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