Michael Gassmann, Benjamin Löfgren: tromba, flicorno
Fabius Mey: trombone
Mario Arcari: oboe
Marco Ignoti: clarinetti
Riccardo Luppi: sax soprano, flauto
Simon Andreas Fredheim Folkvord: sax alto
Simon Herberholz: sax tenore
Finn Henrik Stamer, Ingrid Berg Mehus: violino
Paolo Botti: viola
Gregorio Buti: violoncello
Luca Perciballi: chitarra
Tommaso Salvadori: vibrafono
Andrea Grossi: contrabbaso
Roberto Dani: batteria, percussioni
Giulia Zaniboni: voce
Roberto Bonati: direzione
Parmafrontiere – 2023
Uno degli album più emblematici di Giorgio Gaslini è sicuramente “Tempo e Relazione”, fulgido esempio di “Musica Totale”, secondo la definizione del maestro milanese, una musica che propone una sintesi dei vari linguaggi e dei vari stili, in collegamento con il passato, il presente e in proiezione verso un futuro ipotetico.
“Tempo e Relazione” è stato pubblicato nel 1957 e, a distanza di più di sessant’anni, Roberto Bonati, già bassista di Gaslini nel “Globo Quartet”, trae ispirazione dal Tempo per realizzare il suo ultimo album. Il titolo riprende quello di una filastrocca per bambini, in dialetto padano, ma che ha il corrispettivo in diverse versioni regionali, ad esempio nella genovese “A foa du bistento”. Questa è una filastrocca che gira su sé stessa, ripetendo all’infinito un interrogativo che riporta ogni volta al punto di partenza, senza una possibile via di uscita. Oltre a questo rimando alla cultura popolare, nel disco sono citati testi di Marco Aurelio, S. Agostino, Eraclito e Whitman. Insomma, il tema del Tempo viene affrontato secondo diverse prospettive. Per eseguire le sue composizioni, poi, Bonati si è affidato alla Parmafrontiere, un organico di livello, rodato da precedenti esperienze con il compositore emiliano, a cui sono stati aggiunti sei studenti provenienti da accademie musicali del nord Europa, secondo un programma di scambio, collaudato da anni di collaborazione fra i conservatori del vecchio continente. Il disco è stato registrato durante il festival Parmafrontiere del 2021 e contiene una musica classico-contemporanea, con l’apertura dei vari capitoli generalmente solcata dalle note lunghe degli archi a cui seguono gli staccati secchi degli ottoni a scandire le sequenze nelle sette tracce. In seguito si materializzano gli assoli su un sottofondo mosso, in cui subentra la batteria di Roberto Dani a “sporcare” jazzisticamente il percorso dell’orchestra. Si realizzano, quindi, dei ritorni indietro, stilisticamente, per la comparsa di parti melodiche, a loro modo “verdiane”, come modello di riferimento, che preludono allo sbocciare di altre sortite solistiche su uno sfondo ritmicamente più accidentato. Bonati, alla pari di Gaslini, infatti, ama mescolare gli idiomi e i generi. Così ci si può imbattere come In de anime meus in un solo rockeggiante della chitarra in distorsione di Luca Perciballi, o in un intervento di flauto ipersoffiato, vicino a cadenze free, da parte di Riccardo Luppi in Aion. In tutto il disco Giulia Zaniboni, inoltre, modula la sua voce fluttuante per illuminare i temi, illustrarne il carattere e spostare la proposta complessiva in uno spazio lirico e sognante. Si va avanti, cioè, fra spinte centrifughe orientate in direzione del mondo classico, versante romantico o operistico, e forze centripete indirizzate verso il jazz e altre musiche confinanti. Il tutto è, però, governato dalla mano salda del bandleader che ha chiari gli elementi da sviluppare in un progetto dai contorni ben definiti. Si procede in questa maniera per più di settanta minuti, contrassegnati da una omogeneità timbrica e armonica veramente rimarchevoli.
“La fola dell’oca – Overtime”, in conclusione, è un’opera significativa nella discografia di Roberto Bonati, compositore e direttore d’orchestra in possesso di una profonda cultura musicale, che spazia del jazz all’accademia, alle arie popolari, e dotato di una notevole capacità nel far comunicare i differenti linguaggi e realizzare, in tal modo, una musica di sintesi, o meglio, “totale”.
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