Marco Luparia: batteria, glockenspiel
Clement Merienne: pianoforte, piano preparato
Sol Lena Schroll: sassofono contralto
Hector Lena Schroll: tromba, tromba piccola
Federico Calcagno: clarinetto basso, clarinetto soprano
Pietro Elia Barcellona: contrabbasso
Autre collectif – 2023
Marco Luparia è un batterista piemontese residente in Francia che, per il debutto discografico a suo nome, ha pensato di rinforzare il trio “Fade in”, di cui fa parte, insieme a Federico Calcagno ai clarinetti e a Pietro Elia Barcellona al contrabbasso, con l’innesto di tre musicisti francesi, i fratelli Sol ed Hector Lena Schroll, rispettivamente a sassofono e tromba, e Clement Merienne al pianoforte. Il titolo del disco, Masnä, è un termine dialettale che si usa per definire i ragazzi, i giovanissimi. Nell’album si ascolta un jazz attuale o futuribile, che risente degli studi del percussionista indirizzati verso le musiche etniche, come la giapponese o quella prodotta dal gamelan indonesiano. Per cercare una definizione attendibile, ancorchè approssimativa, in questo caso, si potrebbe parlare di etno-free, venato da influenze di musica contemporanea.
Nelle sette tracce, cinque a firma del bandleader, due dei suoi partners, la base ritmica è ondeggiante e sbilenca. La batteria piazza colpi apparentemente squilibrati, infatti, che vanno a costruire gradatamente un percorso in parallelo o in controtendenza che si sviluppa a fianco e non dietro il lavoro dei solisti, ben sostenuti, peraltro, dal puntello del contrabbasso. In realtà Luparia intende la sua proposta come una sorta di sovrapposizione di piste, con il discorso dei vari strumenti che va a disporsi su più piani, senza una suddivisione rigida fra chi espone temi, armonie e chi svolge il ruolo di accompagnamento. In realtà è difficile scoprire un motivo definito, come si intende tradizionalmente, in queste sette tracce. Si procede con l’enunciazione di cellule tematiche, a volte iterate, a cui seguono sbalzi improvvisi di tensione, pause pensose, riprese con buona lena, vigore, muovendo magari da nuovi stimoli venuti fuori subitaneamente da intuizioni estemporanee all’interno di questi girotondi espressivi. L’idea di gioco, un gioco fra ragazzini vivaci e pronti, è avvertibile soprattutto in segmenti come Etude campanaire, contrassegnata da un descrittivismo post free o in Rapid eye movement, attraversata dal suono di un pianoforte che simula quello di un carillon e squarciata, in seguito, da un contrappunto tempestoso messo in scena da sassofono e clarinetto.
L’album ha una sua originalità e un suo senso e si avvantaggia notevolmente dalla presenza di Federico Calcagno, ormai una certezza del jazz nostrano, dotato di tecnica, ortodossa e non, brillantissima, e di una abilità consolidata nel mettere lo zampino in modo appropriato in incisioni come questa. Sono addirittura sorprendenti i due Lena Schroll, sconosciuti in Italia, ma provvisti di qualità strumentale e di mente aperta verso qualsiasi possibile avventura artistica, anche estrema. Fa il suo con competenza e inventiva, da parte sua, il tastierista Clement Merienne.
“Masnä”, in conclusione, è un cd che ci permette di apprezzare, almeno in prospettiva, le capacità di autore e di leader di Luparia, musicista impegnato seriamente nello studio di mondi e suoni lontani dalle nostre latitudini, capace di contaminare esperienze e conoscenze in un qualcosa di particolare e di significativo.
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