Riccardo Brazzale: direzione
Robert Bonisolo: sax tenore, sax soprano
Rossano Emili: sax baritono, clarinetto basso
Mauro Negri: clarinetto, sax alto
Gianluca Carollo: tromba, flicorno
Federico Pierantoni: trombone
Glauco Benedetti: basso tuba
Marcello Abate: chitarra
Matteo Alfonso: pianoforte
Marc Abrams: contrabbasso
Mauro Beggio: batteria
featuring:
David Murray: sax tenore
Parco della Musica Records – 2022
La Lydian Sound Orchestra è stata fondata nel 1989 e da oltre trent’anni, quindi, svolge la sua attività conservando un organico abbastanza stabile, con cambiamenti quasi fisiologici, nel corso del tempo, a cui si aggiungono, però, in occasioni specifiche, ospiti prestigiosi. Riccardo Brazzale, per questa incisione, riesce a coinvolgere David Murray, colonna dello storico World saxophone quartet, per dirne una, e solista di grande personalità e competenza. Con Murray, la Lydian Sound Orchestra aveva già suonato, inizialmente, al Torino jazz festival nel 2015. Questa registrazione, invece, proviene dalla casa della musica di Roma e risale all’agosto del 2022. Le dodici tracce sono di autori vari, da Ornette Coleman a Butch Morris, da Ellington, Strayhorn a Joseph Jarman, da Herbie Nichols allo stesso Brazzale, presente con una cinquina di originals. Il musicista veneto sottopone il repertorio scelto al suo modo di concepire l’elaborazione orchestrale, procedendo ad una sorta di trattamento estetico della materia selezionata, per conseguire il cosiddetto “Lydian sound”, secondo la definizione del medesimo band-leader. In questo contesto, le sezioni strumentali sono messe alla frusta da una sollecitazione continua. Pompano accordi, srotolano armonizzazioni e allestiscono, in questo modo, una sorta di fondale estremamente calibrato, dove risaltano i suoni gravi degli ottoni, per far prendere il volo ai principali solisti. In particolare si impongono gli interventi di David Murray, capace di esibire un fraseggio nitido e aggrovigliato, nel contempo, nel quale sono contemplate salite rapide e vertiginose verso i sovracuti o cesellare parentesi delicate, atte ad esporre convenientemente i motivi, le ballads, con un trasporto sornione e penetrante, unito ad una pronuncia decisamente connotata. Il sassofonista afroamericano, cioè, si rivela un vero asso nella manica per la riuscita dell’incisione. La sezione ritmica, da parte sua, realizza un accompagnamento in linea con le esigenze dei vari brani, senza deviazioni gratuite o inutili protagonismi, restando, per contro, coerentemente sul pezzo. Il pianoforte di Matteo Alfonso disegna i temi, in alternanza con i fiati, punteggia il lavoro delle sezioni, esce in assoli, anche in trio con basso e batteria, per dare respiro ad ance ed ottoni e offrire preziose screziature alla musica. La chitarra di Marcello Abate sposta, a volte, invece, l’asse della proposta verso climi rockeggianti, con un’opera di attualizzazione di un progetto vagamente e volutamente retrò. Si colgono, infatti, all’interno delle composizioni e degli arrangiamenti del compositore vicentino, nel fondo, un’anima blues e una certa nostalgia per il jazz polifonico di New Orleans, innervate, però, in un discorso moderno, non certo revivalistico.
“No more wrong mistakes” è un disco che ci permette di apprezzare , ancora una volta, le doti di caporchestra di Riccardo Brazzale, servito a dovere da un gruppo di musicisti che sanno interpretare in modo pertinente le partiture e costruire assoli sempre con lo spirito ed il mood giusti. Inoltre, in questa circostanza, la presenza di David Murray funziona da catalizzatore, alzando il livello della musica dell’ensemble, rendendola corposa ed eccitante.
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