Irreversible Entanglements @ Jazz is dead

Torino – 3.6.2023
Foto: Andrea Gaggero

Camae Ayewa: voce, percussioni, reading
Aquiles Navarro: tromba, percussioni
Keir Neuringer: sassofoni elettronica, percussioni
Luke Stewart: contrabbasso
Tscheser Holmes: batteria

Jazz Is Dead è una rassegna torinese arrivata alla sesta edizione e in crescita, sia per la qualità delle proposte che per la capacità promozionale-attrattiva. Proposito esplicito di Jazz Is Dead è quello di indagare le attuali musiche internazionali tra avanguardia, noise, hip hop, jazz (quello che ne rimane) ed altro, Quella degli Irreversible Entanglements ci è parsa la data di maggiore interesse insieme ad alcuni, pochi altri appuntamenti: il trio Mitelli, Edwards, Sanders e quello Seabrook, Cooper-Moore, Taylor.

Nell’ambito delle musiche di matrice afro-americana, gli Irreversible Entanglements possono essere presi ad esempio per sconfessare la programmatica-provocatoria titolazione della rassegna. Loro tratto distintivo-qualificante è una grande, controllatissima energia musicale e un’altrettanto grande disinvoltura nel mischiare reading, hip hop, free jazz e suoni saturnini. Scelta centratissima per la chiusura della rassegna di cui paiono incarnare l’assunto fondativo. Il presente concerto si è tenuto nella sede del Cinema Massimo dove la presenza del grande schermo e spirito collaborativo e di riconoscenza hanno suggerito di abbinare al set musicale la proiezione di immagini scattate a Torino negli anni trenta-quaranta da Vittorio Zumaglino, importane fotografo italiano del Novecento. Il tema del lavoro a Torino, l’esilissimo filo per tenere insieme proiezione e musica. Leader “guida spirituale”, autrice dei testi e di parte delle musiche Camae Ayewa-Moor Mother: poetessa, cantante, attivista di Philadelphia che ha proprio negli Irreversible Entanglements il suo progetto più maturo e compiuto. Grazie ai tre dischi all’attivo (tutti per International Anthem-Don Giovanni Records) pensavamo di conoscere, almeno un poco, la loro musica. Poco meno di un’ora di musica ci ha invece colpito per freschezza, potenza sonora (del duo Holmes-Stewart) e centralità del ruolo di Moor Mother. Rispetto alla recente produzione tutto è qui risultato assai più centrato sul reading della leader che ha letteralmente monopolizzato il concerto insieme al meraviglioso team ritmico Tscheser-Stewart. Più in sordina, ma magnifico quando in primo piano, Aquiles Navarro e ancor più il tenore di Keir Neuringer, raramente in primo piano e sostituito ora dal clarinetto o da un uso accorto dell’elettronica. La responsabilità dello sbilanciamento sonoro a favore del team ritmico può essere dipesa da scelte dei tecnici audio solo in minima parte poichè è risultata del tutto in linea con le scelte musicali. Elementi fondamentali-fondanti di quanto ascoltato sono risultati: il roccioso fronte sonoro batteria-contrabbasso, di costante energia e attrazione ritmica e, tra i due, anche fisicamente sul palco, in una posizione leggermente più avanzata il reading declamato della Ayewa.

Concerto emozionante, senza una frazione di stanchezza o calo della tensione, potentissimo quanto raffinato il drumming di Tsecher Holmes. La formazione, attiva dal 2015, ha dato una prova esemplare di cosa possa significare oggi improvvisare producendo una prova in tutto o in parte diversa da quanto conoscevamo e forse ci aspettavamo. Alfine, quella di Moor Mother-Irreversible Entanglements è una potente, accorata e accorta, celebrazione della black culture e della black music. Roots, energy e freedom alcune parole cruciali ripetute di fronte ad un pubblico esclusivamente bianco, chiamato, in un’occasione attivamente, a celebrare il rito.

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