Emiliano D’Auria – First Rain

Emiliano D'Auria - First Rain

Emiliano D’Auria: pianoforte
Giacomo Ancillotto: chitarra elettrica
Luca Aquino: tromba, flicorno
Dario Miranda: contrabbasso
Ermanno Baron: batteria

Losen Records – 2023

 

“First Rain”: aspettando la pioggia tra la bruma di un onirico paesaggio norvegese, dove il tempo pare fermarsi e la quiete pervadere l’animo degli astanti. Quello di D’Auria è un disco nordico, come impostazione, atmosfera, descrizione e narrazione della natura e dei paesaggi. Ma c’è qualcosa al suo interno di irrequieto, di mobile, di ritmico e creativamente variabile che contrasta con l’apparente calma e tranquillità dei canoni sonori scandinavi. Insomma è come parafrasare le parole del poeta: “Coming north to find the sun” (Gray Sutherland). First Rain è un disco pieno di sorprese, che vengono fuori man mano che lo si ascolta. Ogni singolo brano contiene un punto di riferimento iniziale che poi si trasforma e diviene altro. Il suo sviluppo è legato ai singoli interventi dei musicisti che pur mantenendo la rotta ne modificano l’espressività. Dead Ice ne è l’esempio lampante, rafforzato poi dal seguente Momento. D’Auria al pianoforte fa un uso completo delle armonie, quasi volesse creare lui stesso dei paesaggi attorno ad ogni singola composizione. Ancillotto alla chitarra è dedito alla creazione delle atmosfere e dei colori, in connubio con Aquino alla tromba, musicista ben temprato dalle fredde latitudini. Si ascolti Looking For Love per carpirne poetica e arte dell’affresco. Miranda invece cuce, mantiene la sbarra tra i marosi nordici, e propone supportato dalla creatività ritmica di Baron alla batteria. Ancora Ancillotto con note cupe e taglienti, che ricordano il Ribot di Rain Dogs di Tom Waits, apre la marcia funebre di Social Melancholy, un pezzo, tra i migliori del disco assieme a The Storm Around Stillness, carico di mistero e significati ancestrali. The Man Without Nose cambia prospettive sonore, ha un’ampiezza panoramica e descrittiva, di meraviglia panteistica. Entr’act #2 invece s’innerva di spurie elettriche trapassate dal suono lontano della tromba. Il seguente Birth and Rebirth of Birds ha un’apertura solare prima di cedere il passo a vibrazioni rock e a una perdurante ossessività percussiva. “First Rain” è uno dei più bei dischi italiani del 2023. Ricco di musica e suoni, dal concept affascinante, intrigante e misterico, come lo sono le storie del nord raccontate dai marinai del sud.

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