Foto: Alberto Lattanzi
Sabato in Concerto Jazz
Intervista con Gigi Massacesi
Sabato in Concerto Jazz è stata la rassegna che ha accompagnato gli appassionati pescaresi nel corso della stagione 2009/2010: dieci concerti in cinque mesi per un programma attento sia ai suoni della tradizione che alle nuove strade del jazz e accolto da una risposta di pubblico estremamente numerosa e costante. Abbiamo incontrato Gigi Massacesi, direttore artistico della rassegna, organizzata nell’ambito delle iniziative della Fondazione Pescarabruzzo.
“La rassegna ha avuto un riscontro estremamente positivo sia per quel che concerne l’aspetto organizzativo che per la entusiastica partecipazione del pubblico, che ha mostrato di gradire particolarmente gli artisti esibitisi per la prima volta a Pescara. Dai questionari distribuiti agli spettatori durante la stagione, è emerso un dato rilevante per una prospettiva futura: le serate di maggior gradimento sono state quelle in cui si è cercato con particolare attenzione un lavoro di sperimentazione sonora, come nel caso di Renzo Ruggieri, e lo sguardo ai nuovi linguaggi del jazz, come nel caso di Francesconi e Travaglini.” Questo aspetto mette in evidenza anche l’attenzione e l’interesse del pubblico Da questo si evince il livello di attenzione e di interesse mostrato dagli spettatori: un pubblico colto, dunque, per un jazz a volte melodico, ma in altre occasioni un vero e proprio work in progress, attento all’evoluzione ritmica della musica. Ovviamente nell’ambito della rassegna si sono esibiti gruppi che, sia pur nella riproposizione degli standard, hanno mostrato personalità e originalità nelle loro interpretazioni, come il duo formato da Riccardo Biseo e Cristian Panetto che ha chiuso il programma, il piano solo di Michele Di Toro, il duo molisano costituito da Nicola Cordisco e Vincenzo Limongi e l’ottimo trio di Marco Di Battista. Inoltre siamo orgogliosi di aver avuto la partecipazione di musicisti statunitensi, come Michael Rosen e Clinton J Everett.”
La scena del jazz pescarese, da qualche tempo, ha perso la dimensione del club: dopo la chiusura del Kabala e del Marni Jazz Club, è venuta meno la consuetudine al concerto, all’incontro tra gli appassionati e con i musicisti tipico, appunto, del club. Vengono ovviamente organizzati, e pregevolmente, dei concerti in diversi locali cittadini: Sabato in Concerto Jazz – che prosegue il cammino delle rassegne La casa del Jazz, organizzate sempre dalla Fondazione Pescarabruzzo – è diventata così l’unica occasione per poter seguire il jazz in città, oltre ai due festival storici, vale a dire Pescara Jazz e Jazz’n’Fall, che riprenderà nel 2010, dopo la “pausa” dello scorso autunno.
Gli obiettivi della rassegna, sia nella scelta dei musicisti che nelle sue motivazioni di fondo, hanno fatto i conti con questo fattore ma anche con la scelta dell’ingresso libero e la posizione assolutamente centrale della Maison des Arts, teatro dei concerti. “L’obiettivo primario è stato quello di rendere fruibile un genere non sempre “facile”. Pescara resta una città di grande fervore jazzistico: ci sono ottimi interpreti e compositori, ben conosciuti negli ambienti musicali italiani e internazionali e non sempre considerati come meritano dalle nostre parti, d’altronde “nemo propheta in patria”. Abbiamo lavorato molto e in modo decisamente efficiente sulla pubblicità e sulla comunicazione, tanto da destare l’interesse non solo degli addetti ai lavori, come ad esempio la ICN Radio, la radio italiana dello stato di New York, ma anche di coloro che si sono avvicinati a questo genere musicale con un certo distacco, per poi seguire con grande attenzione tutti gli appuntamenti della rassegna.”
Per quanto riguarda le scelte artistiche, Massacesi individua un denominatore comune in molte delle formazioni chiamate nel cartellone. “Come dicevo prima, abbiamo scelto personaggi che attendono alla ricerca di modelli espressivi personali, non necessariamente legati alla tradizione statunitense del jazz: siamo orgogliosi di aver presentato a Pescara questi musicisti e il loro percorso musicale, anche in considerazione del fatto che questa sia l’unica rassegna oltre al consolidato Pescara Jazz. E, anche nei concerti più canonici, abbiamo invitato personaggi di assoluto rilievo.”
La chiusura della manifestazione conduce alle riflessioni finali, frutto di una esperienza di lungo periodo. “La differenza di una kermesse musicale come la nostra ed i festival è nella durata, conclude Massacesi. Tener desto l’interesse del pubblico per due stagioni e cinque mesi è stata impresa non da poco: questo ci ha convinti sempre più del fatto che Pescara come “consumatrice” di cultura tende ad acquisire un ruolo importante, forte di un patrimonio culturale ed artistico di indubbia rilevanza che non guarda solo a D’Annunzio e a Flaiano, ma anche ad una modernità rispettosa della tradizione.”