Salvatore Bonafede – Sicilian Opening

Salvatore Bonafede - Sicilian Opening

Jazz Eyes – jazzeyes008 – 2009




Salvatore Bonafede: pianoforte

Marco Panascia: contrabbasso, basso elettrico

Marcello Pellitteri: batteria






Canzoni, influenze arabe e una visione moderna del jazz rivisitati secondo le intenzioni di una delle figure più intriganti del pianoforte jazz italiano. Se l’apertura richiamata nel titolo è una tra le “pratiche” scacchistiche più conosciute, il riferimento “testuale” rimanda ad un atteggiamento mentale libero da schemi predefiniti: i Beatles vengono riletti attraverso improvvisazioni intelligenti e leggibili, i brani originali contengono spunti provenienti da Nick Drake e Michael Brecker, dalle melodie degli standard e dalle ballate raffinate del rock d’autore britannico e statunitense.


La scelta operata da Bonafede è quella di giustapporre elementi diversi: la chiave per la sintesi è nella direzione melodica dei brani, altrimenti differenti per intenzioni ritmiche e tensioni emotive. Quest’attenzione rende Sicilian Opening un disco morbido, eclettico nella sua disposizione delicata, pacato ed accogliente. La scrittura attinge con continuità ai diversi riferimenti e porta i risultati più interessanti nei brani in cui Bonafede riesce a far convivere i tanti elementi chiamati in causa, senza dare una prevalenza a un aspetto particolare rispetto agli altri. Il meccanismo messo in funzione dal trio sfrutta in maniera efficace i territori intermedi, dove le connessioni e le influenze stilistiche si esprimono con maggiore libertà e, soprattutto, danno modo ai musicisti di condire in maniera personale i temi.


La “grammatica” tradizionale del piano trio diventa perciò un punto di partenza ma anche uno strumento di lavoro con il quale organizzare gli elementi utilizzati e tradurli con grande fluidità melodica nella voce della formazione. La grande ilusion e Appunti su Palermo espongono in maniera diretta la presenza degli accenti arabi, attraverso il gioco modale intrinseco nel tema ed il modo elegante di metterne in evidenza la concezione narrativa e, allo stesso tempo, ipnotica e disinibita. Altri brani come Italiàn Ingegno, Ideal Standard e, seppur in maniera diversa, l’iniziale Sicilian Opening riflettono lo stile e la visione jazzistica di Bonafede: ideale prosecuzione del materiale pensato e arrangiato per Journey to Donnafugata, uniscono rispetto per la tradizione, personalità espressiva e accenti italiani. Lo sguardo alla canzone viene alla luce in maniera evidente nell’interpretazione di Blackbird e She’s leaving home tratte dal repertorio dei Beatles, ma anche It plays so far, vera e propria canzone senza parole. L’attenzione alla canzone traspare, però, in tutto il lavoro come colore ritmico ed espressivo al quale far ricorso per dare un accento differente o trovare soluzioni per i passaggi degli assolo e delle sezioni tematiche.


In ogni caso, Bonafede mette in luce l’intenzione di operare sulla possibilità di aggiornare repertorio e pratiche interpretative, utilizzando in maniera profonda tutti gli elementi a disposizione: se questo, da una parte, porta nel disco brani anche molto diversi tra loro, dall’altra conduce il pianista e i suoi musicisti a una “discussione” costante ed aperta del materiale sonoro e delle sue implicazioni, delle nuove possibilità e di quanto invece sia stato suonato nel corso degli anni. Una prova di questo ragionamento è bbbb, un blues rimaneggiato con sospensioni ritmiche e inserti melodici, radicato nella lettura del suo canone originale e aperto a nuove potenzialità.